West Nile, primo decesso in Calabria: vittima un uomo di 80 anni. Le vittime totali salgono a 17
- AISI

- 7 ago
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Il virus West Nile ha provocato il primo decesso in Calabria. La vittima, un 80enne originario di Riace, era stata ricoverata nei giorni scorsi al Grande Ospedale Metropolitano (GOM) di Reggio Calabria con diagnosi di encefalite. Gli accertamenti hanno confermato la presenza dell’infezione da West Nile.

Appello per un’azione coordinata
Dopo il decesso, il presidente di Federsanità Anci Calabria, Giuseppe Varacalli, ha rivolto un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, affinché venga attivato un piano di prevenzione e controllo uniforme su tutto il territorio. Tra le misure proposte, un’urgente disinfestazione estesa a livello regionale, evitando interventi frammentari “a macchia di leopardo”.
Proposta di unità di crisi
Secondo Varacalli, non tutti i Comuni dispongono di risorse per agire con tempestività. Per questo chiede di valutare l’impiego della Protezione Civile regionale, in collaborazione con le Aziende sanitarie provinciali e le conferenze dei sindaci, al fine di costituire un’unità di crisi. L’obiettivo è realizzare disinfestazioni coordinate e fornire informazioni chiare alla popolazione sui comportamenti utili a prevenire il contagio, evitando al contempo allarmismi che possano danneggiare il turismo.
Bilancio preoccupante
In tutta Italia le infezioni registrate hanno superato quota 170, con 17 vittime. Ieri nuovi casi sono stati segnalati a Trento (su una donna appena rientrata in città dopo una vacanza) e in provincia di Biella (su una 72enne). Entrambe sono state ricoverate in ospedale e le loro condizioni, dicono i medici, sono stabili. La 72enne di Biella, spiegano dall’azienda sanitaria locale, “pur nel suo quadro generale di fragilità e di necessità di assistenza, sta lentamente migliorando rispetto all’arrivo in ospedale e risponde ai trattamenti antivirali e di supporto erogati”.
Alcuni casi di positività di insetti sono stati poi registrati in provincia di Isernia. Per questo, l’Azienda sanitaria regionale del Molise ha attivato tutte le misure previste in casi di questo tipo, a partire da quelle di sicurezza con le bonifiche dei Comuni e sulle trasfusioni di sangue. “Come richiamato dal Centro Nazionale Sangue – spiegano dall’Asrem – è raccomandato l’utilizzo del test sui donatori o in alternativa la sospensione temporanea per 28 giorni di coloro che abbiano trascorso almeno una notte nelle provincia di Isernia”.
REDAZIONE AISI



