Verso un nuovo quadro regolatorio per l’assistenza domiciliare: ipotesi di un “DM 78”
- AISI
- 7 giorni fa
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Il processo di riorganizzazione dell’assistenza territoriale avviato con il DM 77/2022 e sostenuto dalla Missione 6 del PNRR ha introdotto obiettivi quantitativi chiari: incremento delle cure a domicilio, riduzione dei ricoveri evitabili, integrazione delle nuove tecnologie. A distanza di due anni, i target di spesa e accreditamento sono stati in parte raggiunti, ma permane un vuoto regolatorio sull’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), che oggi appare eterogenea tra Regioni e priva di un modello tariffario uniforme.

Il limite dell’attuale modello prestazionale
L’assistenza domiciliare è attualmente configurata come somma di prestazioni: accessi infermieristici, fisioterapia, controlli medici, forniture di ausili. Questo approccio comporta tre conseguenze critiche:
frammentazione del percorso clinico-assistenziale,
insufficienza delle ore dedicate per paziente,
impossibilità di integrare cure complesse (farmaci innovativi, diagnostica domiciliare, monitoraggio cronici).
Senza una revisione, l’ADI rischia di restare confinata a interventi episodici, non in grado di garantire la reale presa in carico globale del paziente fragile.
Ipotesi di un “DM 78” e introduzione dei DRG domiciliariLa proposta di un nuovo decreto ministeriale – già ribattezzato “DM 78” – mira a colmare le lacune del quadro vigente. Il provvedimento dovrebbe introdurre:
standard minimi uniformi per garantire equità nazionale,
modelli organizzativi integrati tra ospedale, territorio e servizi sociali,
tariffe innovative basate sui DRG domiciliari, che sostituiscano l’attuale remunerazione “a prestazione”.
L’adozione dei DRG domiciliari consentirebbe di riconoscere un valore economico all’intero percorso di cura a casa, incentivando modelli multidisciplinari e riducendo la frammentazione.
Telemedicina e sistemi digitali
L’inserimento della telemedicina è ancora marginale, ostacolato da assenza di tariffe e mancanza di interoperabilità tra piattaforme. Eppure, telemonitoraggio e televisite rappresentano strumenti strategici per la gestione di patologie croniche ad alta prevalenza (scompenso cardiaco, BPCO, diabete). Un DM specifico dovrebbe prevedere linee tariffarie dedicate e requisiti tecnologici uniformi per consentire una reale scalabilità dei progetti regionali.
Il nodo dell’integrazione socio-sanitaria
Uno degli elementi più critici è il raccordo tra servizi sanitari e servizi sociali. Le dimissioni protette avviate in alcune Regioni mostrano risultati incoraggianti, ma l’assenza di un modello nazionale porta a disomogeneità rilevanti. L’integrazione socio-sanitaria è indispensabile per ridurre la pressione ospedaliera e garantire continuità assistenziale nelle cronicità.
Visite specialistiche e prevenzione in ADI
La prospettiva futura prevede che anche la diagnostica preventiva e le visite specialistiche possano essere erogate a domicilio, in sinergia con il telemonitoraggio. Screening, controlli di laboratorio e follow-up a distanza devono diventare parte integrante dell’ADI, con ricadute positive sia in termini di qualità di vita per il paziente sia di sostenibilità del sistema.
Prospettive di sostenibilità del SSN
La trasformazione dell’assistenza domiciliare non è più opzionale ma necessaria alla sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale. L’invecchiamento demografico, l’aumento delle patologie croniche e la scarsità di risorse umane impongono un cambio di paradigma: o l’Italia sarà in grado di sviluppare un modello domiciliare avanzato e integrato, oppure la pressione su ospedali e pronto soccorso renderà insostenibile il sistema.
REDAZIONE AISI