Un medico su tre denunciato, ma condanne quasi inesistenti: serve un nuovo approccio
- AISI
- 10 giu
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La responsabilità professionale medica in Italia si conferma un tema critico: secondo una recente indagine, un camice bianco su tre ha affrontato almeno una denuncia civile o penale nel corso della carriera, ma solo il 3% dei casi si conclude con una condanna. Questo scenario pesa molto sul benessere psicologico dei medici, con un terzo di loro che valuta di lasciare il lavoro e quasi la metà che evita incarichi di maggiore responsabilità.

Proposta di un modello ‘no fault’ per medici e pazienti
Per far fronte a questa situazione, si propone di adottare il modello francese ‘no fault’, un sistema che consente ai pazienti di ricevere un risarcimento per danni da trattamenti medici senza dover dimostrare colpa. Questo approccio favorirebbe una maggiore serenità per i professionisti, riducendo la paura di azioni legali che spesso si rivelano infondate, e garantirebbe un risarcimento certo per i pazienti.
I vantaggi di un sistema indennitario
L’applicazione del modello indennitario, che sostituisce il concetto di risarcimento con quello di indennizzo, porterebbe diversi benefici: riduzione dello stress legato a procedimenti giudiziari per i medici, miglioramento del dialogo e della trasparenza tra operatori sanitari e pazienti, diminuzione dei costi legali, maggiore attenzione alla prevenzione degli errori e tutela della reputazione professionale. Inoltre, i pazienti avrebbero la possibilità di ottenere risarcimenti rapidi rinunciando a cause legali, con un tasso di approvazione dell’98% dei casi esaminati da commissioni dedicate.
Un problema urgente, con impatto sulla medicina difensiva
Il ministro della Salute ha sottolineato l’importanza di trovare soluzioni legislative entro l’anno per garantire maggiore sicurezza agli operatori sanitari, riducendo così la medicina difensiva e gli esami inutili che ne derivano. La serenità dei medici, infatti, è fondamentale anche per migliorare l’efficienza del sistema sanitario e contenere le liste di attesa.
Dati significativi dalla survey: la chirurgia sotto pressione
L’analisi della survey evidenzia che la chirurgia è l’area più colpita da denunce, con tassi che superano il 60% e arrivano al 70% in specialità come ginecologia e cardiochirurgia. I medici con oltre 20 anni di esperienza, in particolare gli uomini in area chirurgica, sono i più esposti, con l’86% che ha subito almeno una denuncia. Le strutture ospedaliere più piccole, con meno di 500 posti letto, registrano i tassi più alti di denunce, e geograficamente il fenomeno è più diffuso al Sud e nelle isole.
Conseguenze sulla professione medica e prospettive future
La situazione attuale, definita come un clima di “caccia alle streghe”, sta portando molti medici a considerare l’abbandono della professione o a rifiutare responsabilità maggiori. La complessità delle norme in materia di responsabilità (deontologica, disciplinare, civile e penale) rende difficile orientarsi e spesso genera un pesante impatto umano e professionale, anche quando si conclude con l’assoluzione. È quindi urgente costruire un sistema più equo ed efficiente che tuteli sia i pazienti sia i medici, senza compromettere la possibilità di gestire correttamente eventuali errori.
REDAZIONE AISI