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Tumore al seno metastatico, la sfida italiana è rdurre quel 7% di diagnosi tardive

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Il 13 ottobre si celebra la Giornata nazionale di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico, istituita per informare e stimolare opinione pubblica e istituzioni sull’importanza di un approccio integrato alla malattia. In Italia ogni anno circa 52mila donne convivono con questa patologia, comprendendo sia i casi diagnosticati in fase metastatica sia quelli che evolvono dopo una prima diagnosi.


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Progressi scientifici e nuove terapie

Le innovazioni diagnostiche in campo istologico e molecolare e i trattamenti sempre più personalizzati consentono oggi di stabilizzare la malattia in numerosi casi, trasformandola in una condizione cronica. La sopravvivenza è aumentata negli ultimi anni, ma rimane ancora alto il numero di donne che arrivano alla diagnosi già in fase avanzata.


Un supporto costante alle pazienti

Affrontare il tumore metastatico significa guardare alla donna nella sua globalità. Non è solo una questione clinica, ma anche familiare, sociale e relazionale. Le pazienti necessitano di un sostegno continuo che integri competenze sanitarie, servizi sociali e attività delle associazioni. Fondamentale è la capacità delle istituzioni di fornire risposte rapide e ridurre le disuguaglianze territoriali che ancora oggi caratterizzano i percorsi di cura.


Centri di senologia regionali come riferimento

La presa in carico deve avvenire in centri di senologia riconosciuti a livello regionale, dove team multidisciplinari possano lavorare insieme su ogni singolo caso. Queste strutture garantiscono la rapidità delle diagnosi radiologiche, istologiche e molecolari e consentono il confronto tra specialisti d’organo. Un modello organizzativo che rappresenta la condizione necessaria per assicurare qualità e continuità terapeutica.


L’importanza del sostegno psicologico e della gestione del dolore

Accanto alle competenze cliniche degli oncologi e degli specialisti, restano spesso scoperte figure decisive per la qualità di vita delle pazienti metastatiche. Lo psiconcologo, ad esempio, è ancora troppo poco presente nei percorsi strutturati, nonostante il suo ruolo centrale nell’accompagnare la donna nella gestione della malattia. Allo stesso modo, la presa in carico da parte di nutrizionisti e medici del dolore è cruciale, soprattutto nei casi di metastasi ossee, dove il controllo del dolore rappresenta un obbligo etico oltre che clinico.


Visite specialistiche e prevenzione precoce

Ridurre il numero di diagnosi tardive significa rafforzare la prevenzione e lo screening. Nel mese dedicato alla sensibilizzazione è importante ricordare l’obbligo morale di promuovere l’adesione agli screening istituzionali per le donne in fascia di età prevista. Per chi è fuori fascia, la valutazione del rischio individuale diventa fondamentale per accedere a percorsi diagnostici personalizzati. L’anticipazione diagnostica resta lo strumento più efficace per aumentare le possibilità di guarigione e per garantire la sostenibilità del sistema sanitario.


Accesso ai farmaci innovativi

La ricerca farmacologica offre oggi opzioni terapeutiche che permettono a molte donne metastatiche di vivere anche oltre dieci anni dalla diagnosi. Tuttavia, permangono ritardi nella disponibilità dei farmaci innovativi, legati sia alle procedure di registrazione sia alle differenze regionali nell’inserimento in prontuario. Una disomogeneità che rischia di compromettere l’equità nell’accesso alle cure.


Garantire diritti e qualità di vita

Oltre all’aspetto clinico, le donne metastatiche si confrontano quotidianamente con percorsi complessi di riconoscimento dei diritti previdenziali e fiscali, spesso soggetti a revisioni periodiche della condizione di invalidità. Affrontare il tumore metastatico significa quindi anche semplificare l’accesso ai diritti sociali, per assicurare dignità e continuità di vita alle pazienti e alle loro famiglie.


Un impegno condiviso per il futuro

La sfida di ridurre quel 7% di diagnosi metastatiche iniziali passa da una strategia che unisce prevenzione, innovazione terapeutica, centri di senologia di riferimento e sostegno psicologico e sociale. Solo un’azione concertata tra istituzioni, professionisti sanitari e associazioni può garantire alle donne con tumore al seno metastatico una vita più lunga, dignitosa e ricca di prospettive.


REDAZIONE AISI

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