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Tumore al polmone, la prevenzione funziona: diagnosi precoce e tecniche mini-invasive riducono i decessi

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 7 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Il tumore al polmone resta tra le principali cause di morte per cancro in Italia, con oltre 44mila nuovi casi e circa 36mila decessi ogni anno. Solo il 16% dei pazienti sopravvive a cinque anni dalla diagnosi, complice l'identificazione tardiva della malattia, spesso già in fase avanzata. Tuttavia, i dati parlano chiaro: se il tumore viene scoperto in fase iniziale, la mortalità si riduce fino al 25% e la sopravvivenza raggiunge il 90% grazie a interventi tempestivi e mini-invasivi.

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Per rispondere a questa emergenza, l’ospedale San Camillo Forlanini di Roma ha avviato un programma di screening attraverso un questionario online, una visita pneumologica e, quando necessario, una TC torace a basso dosaggio. Nei primi sei mesi sono stati raccolti 1.460 questionari, 845 soggetti sono risultati idonei e 440 hanno effettuato la visita. Le TC eseguite sono state 308: 11 pazienti hanno avuto indicazione chirurgica e cinque sono già stati operati con successo.


Il ruolo delle istituzioni

Il progetto ha ottenuto il supporto della Regione Lazio e di esponenti parlamentari. «Abbiamo scelto di investire nella prevenzione perché è fondamentale per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale», ha dichiarato Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII Commissione Affari sociali della Camera. «Le Case e gli Ospedali di comunità alleggeriranno i grandi ospedali e miglioreranno la presa in carico precoce».

Anche l’assessore regionale Massimiliano Maselli ha confermato la disponibilità di risorse grazie all’uscita dal Piano di rientro. «Abbiamo 40 milioni di avanzo nel 2023 e 32 nel 2024. Arriveranno nuovi fondi per la diagnostica, a partire dall’installazione di una PET».


Il progetto RISP e l’uso dell’IA

In parallelo al San Camillo, si sviluppa il progetto RISP promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il programma coinvolge 18 centri in 15 regioni, con l’obiettivo di sottoporre a screening 10mila soggetti a rischio. Il Prof. Ugo Pastorino, responsabile della Chirurgia toracica, ha spiegato che è già stato raggiunto l’obiettivo numerico. Ora si punta a integrare l’intelligenza artificiale per una diagnosi automatica precoce anche di patologie cardiovascolari.

Mini-invasività e progetti regionali

Secondo la Prof.ssa Giulia Veronesi del San Raffaele di Milano, la chirurgia mini-invasiva consente resezioni segmentarie con soli due giorni di degenza. In Lombardia, parte un progetto da 2,6 milioni che in tre anni coinvolgerà 6mila persone.


Tecnologie e modelli sostenibili

Gabriele Fischetto, presidente e AD di Johnson&Johnson MedTech Italia, sottolinea i vantaggi anche in termini economici: «Solo un paziente su quattro riceve una diagnosi precoce. La TC a basso dosaggio è sostenibile e garantisce esiti migliori. La nostra azienda supporta medici e pazienti per abbattere le barriere d’accesso».


Benefici economici misurabili

Federico Spandonaro, docente a Tor Vergata e presidente del comitato scientifico C.R.E.A. Sanita, stima che lo screening sia conveniente già con una partecipazione inferiore al 10%. «Il costo per vita salvata è sotto i mille euro. Con terapie più efficaci i numeri miglioreranno ulteriormente».


REDAZIONE AISI

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