Tre adulti su quattro si dichiarano in buona salute, ma pesano età, condizioni economiche e malattie croniche
- AISI

- 11 ott
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Secondo i dati 2023-2024 della sorveglianza PASSI diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss), il 74% degli adulti tra i 18 e i 69 anni ritiene di sentirsi “bene” o “molto bene”. Poco meno del 3% si colloca sul versante opposto, giudicando la propria salute “male” o “molto male”, mentre il restante 23% parla di uno stato “discreto”.

I giorni di cattiva salute dichiarati
Gli intervistati riportano in media cinque giorni al mese in cui la propria salute è percepita come negativa. Di questi, oltre due giorni sono legati a disturbi fisici e quasi tre a problematiche psicologiche come ansia, depressione o stress. In media, un giorno al mese le condizioni fisiche o mentali limitano le attività quotidiane.
Il ruolo delle malattie croniche
La qualità di vita correlata alla salute (Health-Related Quality of Life, HRQL) peggiora sensibilmente tra chi soffre di patologie croniche: soltanto il 46% di questi individui si percepisce in buona salute, dichiarando circa otto giorni di malessere mensile. Nei soggetti con sintomi depressivi la percezione positiva cala ulteriormente, fermandosi al 38%.
Differenze socioeconomiche e livello di istruzione
I dati mostrano un impatto significativo del contesto socioeconomico. Le persone con solo la licenza elementare dichiarano sette giorni di cattiva salute al mese, contro i quattro dei laureati. Tra chi segnala gravi difficoltà economiche i giorni salgono a nove, mentre chi non vive problemi di questo tipo si ferma a quattro.
Influenza dell’età e del genere
L’età rappresenta un fattore determinante: il giudizio positivo sulla salute diminuisce con l’avanzare degli anni. Anche il genere incide, con le donne che riportano livelli di benessere percepito inferiori rispetto agli uomini della stessa fascia d’età.
Gli anziani e la salute percepita
Nei dati PASSI d’Argento, riferiti agli over 65, emerge che il 91% valuta la propria condizione come positiva o discreta. In dettaglio, il 45% dichiara di sentirsi “bene” o “molto bene”, il 46% “discretamente” e il 9% “male” o “molto male”. Gli anziani riferiscono in media sette giorni di cattiva salute al mese, quattro per motivi fisici e tre per problemi psicologici, con un andamento progressivo che peggiora dai 65 agli 85 anni e oltre.
Prevenzione e importanza delle visite
Gli esperti dell’Iss ricordano che la percezione soggettiva del benessere riflette una combinazione di salute fisica, mentale e sociale. Per questo motivo la prevenzione resta un punto chiave: screening regolari, attenzione ai sintomi persistenti, visite specialistiche mirate e percorsi di sostegno psicologico sono strumenti fondamentali per intercettare precocemente malattie croniche, disturbi mentali e condizioni che riducono la qualità della vita.
Gli strumenti di monitoraggio
La sorveglianza PASSI utilizza il metodo CDC HRQoL-4, sviluppato dai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, che misura lo stato di salute percepito e i cosiddetti “Unhealthy Days”, indicatori del disagio fisico e psicologico. Si tratta di una metrica ormai standard a livello internazionale, utile a confrontare i dati italiani con quelli di altri Paesi.
La fotografia del benessere in Italia
Il quadro delineato dai dati ISS restituisce un’immagine complessa: la maggioranza degli adulti si considera in buona salute, ma il peso di malattie croniche, fragilità economiche, età avanzata e disuguaglianze sociali continua a condizionare fortemente la qualità della vita percepita.
REDAZIONE AISI



