Telemedicina ed esami diagnostici in farmacia: opportunità o rischi sottovalutati? Le voci contrarie di UAP e AISI
- AISI
- 4 giorni fa
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Le farmacie stanno espandendo molto rapidamente i servizi di telemedicina e non solo, ma emergono dubbi concreti su adeguatezza, sicurezza e trasparenza.
Chi critica e perché

AISI (Associazione Italiana Strutture Sanitarie Integrate) ha presentato un ricorso contro l’estensione dei servizi di telemedicina alle farmacie nella Regione Lazio. L’argomento centrale è che le farmacie non rispettano gli stessi standard, requisiti e controlli delle strutture sanitarie accreditate, essenziali per garantire la tutela del paziente e la sostenibilità del sistema.
UAP (Unione Ambulatori, Poliambulatori ed Ospedalità Privata) solleva preoccupazioni analoghe. Intervengono criticamente sull’accordo Sumai-Federfarma affermando che si rischia disinformazione nei cittadini, perché non è chiarito che le prestazioni in farmacia sono destinate solo alla prevenzione primaria e su soggetti sani, non per diagnosi specialistiche o follow up di patologie note.
Punti critici emersi
1. Requisiti professionali e strutturali disparati
Le farmacie non sempre dispongono del personale con formazione specialistica per eseguire e interpretare esami diagnostici complessi. UAP evidenzia che l’esecuzione di ECG o Holter cardiaco, se affidata a personale non adeguatamente formato, può portare a diagnosi imprecise. AISI sottolinea che molti presidi farmaceutici non possiedono i requisiti strutturali o tecnologici (standard di accreditamento, apparecchiature certificate, personale dedicato) paragonabili a quelli delle strutture sanitarie pubbliche o private accreditate.
2. Finalità limitata ma poco chiara per il cittadino
Secondo UAP, il pubblico potrebbe fraintendere: servizi in farmacia possono sembrare analoghi a quelli specialistici, ma in realtà sono pensati per la prevenzione in soggetti sani. Se non esplicitato chiaramente, tale confusione può generare false aspettative o comportamenti sbagliati, come evitare un ambulatorio specialistico quando necessario.
3. Regolazione e controllo normativo non uniformi
C’è il rischio che differenze tra regioni, norme locali e autorizzazioni rendano il panorama disomogeneo. UAP chiede maggiore chiarezza normativa e limiti certi sulle competenze delle farmacie in diagnostica. AISI segnala che l’assenza di standard uniformi può compromettere la continuità assistenziale e la responsabilità clinica.
4. Sovraccarico e ingerenza in competenze specialistiche
Il timore fondato è che la diffusione della telemedicina in farmacia possa sottrarre casi che richiederebbero un intervento specialistico più che di prevenzione, con il rischio di ritardi nella diagnosi patologica. Casi di anomalie identificate possono essere solo il primo passo, ma la vera cura e follow-up spettano altrove, e la farmacia rischia di sovraccaricarsi senza le risorse adeguate.
Contro-argomentazioni previste
I sostenitori del modello (es. Federfarma) mettono in rilievo la vicinanza al cittadino, la decongestione delle strutture sanitarie e la rapidità con cui si identificano segnali di rischio. Ma tali vantaggi rischiano di essere vanificati se la qualità e la trasparenza non vengono garantite.
Cosa chiedono UAP e AISI
Stabilire requisiti minimi obbligatori per attrezzature, formazione del personale e risorse sanitarie nella farmacia che intende offrire diagnostica o telemedicina.
Chiarezza nei messaggi rivolti al pubblico: distinguere bene tra prevenzione primaria e diagnostica specialistica.
Normative regionali uniformi per evitare disomogeneità sul territorio.
Rafforzare i controlli e i meccanismi di responsabilità clinica nei casi in cui la farmacia identifichi anomalie: garantire che il paziente possa accedere prontamente ai servizi specialistici.
Bilancio critico: limiti che emergono
Sebbene i numeri del primo semestre 2025 mostrino una diffusione molto ampia delle prestazioni in farmacia e un certo numero di anomalie rilevate, secondo le associazioni critiche:
Non è chiaro quanto queste anomalie portino realmente a percorsi efficaci di diagnosi e cura: segnalare non è lo stesso che curare.
Il rischio che il servizio venga percepito come sostitutivo delle strutture sanitarie e specialisti, anziché complementare.
Possibile disparità tra regioni, zone urbane vs rurali, che accentua disuguaglianze anziché ridurle.
Necessità di garantire che il flusso di dati, i referti, la responsabilità medica, e la privacy siano gestiti con standard equivalenti alle strutture sanitarie.
Cosa serve per evitare che il modello sfoci in problemi
Definire un quadro normativo nazionale chiaro, che stabilisca limiti, condizioni e responsabilità.
Standard certi per formazione del personale farmacista coinvolto, affinché possa monitorare, riconoscere anomalie e indirizzare adeguatamente.
Procedure trasparenti per la segnalazione/referto e per il follow-up con specialisti.
Controlli esterni, audit, valutazioni indipendenti su efficacia, sicurezza, costi/benefici reali.
REDAZIONE AISI