Tariffario in stallo, l'Uap avverte: servono subito nuove tariffe per specialistica e protesica
- AISI

- 4 giorni fa
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Il percorso di aggiornamento delle tariffe per la specialistica ambulatoriale e l’assistenza protesica resta bloccato dopo la serie di pronunce del Tar del Lazio, che tra settembre e novembre 2025 ha sospeso il decreto tariffario del 25 novembre 2024 e annullato l’impianto entrato in vigore a inizio 2025. Le sentenze, tra cui la n. 16381/2025, accolgono i ricorsi di associazioni e operatori e stabiliscono la necessità di rifare il nomenclatore tariffario, poiché le tariffe definite dal Ministero risultano insufficienti a coprire i costi sostenuti dalle strutture.
Gli effetti delle sentenze
In questo quadro, le Regioni si muovono in un contesto di forte incertezza: alcune hanno già adottato i nuovi codici, mentre altre attendono un chiarimento definitivo da parte della giurisdizione amministrativa. Dopo oltre vent’anni senza aggiornamenti strutturali, il provvedimento del 2024 aveva introdotto tariffe riviste, ma la protesta degli operatori e l’intervento del Tar hanno imposto uno stop che rimette tutto in discussione.
Le criticità segnalate dal settore
La posizione delle strutture sanitarie converge su un punto: le tariffe sospese risultano non sostenibili. Secondo il contenzioso accolto dal Tar, il decreto tariffario è viziato da errori di metodo e istruttoria, con valori ritenuti inadeguati rispetto ai costi della specialistica e della protesica. Il blocco di fatto lascia migliaia di operatori senza certezze operative.
L’intervento della Uap
L’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap), attraverso la presidente Mariastella Giorlandino, richiama l'urgenza di una revisione immediata. L’associazione sostiene che le tariffe oggi vigenti obbligano molte strutture – pubbliche e accreditate – a operare in perdita, con impatti diretti sulla qualità delle prestazioni e sulla continuità dell’assistenza. La mancanza di valori congrui, secondo Uap, mette sotto pressione ospedali e poliambulatori e rischia di allungare i tempi di accesso alle visite per i cittadini.
Il nodo della sostenibilità
Per l’associazione, tariffe così basse generano conseguenze su tutto il sistema: le strutture pubbliche sono costrette a ridurre attività o personale per contenere costi non coperti, mentre quelle accreditate non riescono a garantire i volumi richiesti dal Servizio sanitario nazionale. L’incertezza normativa e il ritardo nell’avvio della revisione aggravano una situazione già fragile, lasciando il sistema in un limbo che rallenta la programmazione.
Le richieste al Governo
Nel disegno di legge di Bilancio 2026, l’articolo 67 prevede risorse destinate all’adeguamento tariffario. Per Uap si tratta di un segnale utile, ma non sufficiente: l’associazione chiede al Ministero della Salute di dare immediata attuazione alla sentenza del Tar, avviando la revisione del nomenclatore, convocando i tavoli tecnici con i rappresentanti del settore e predisponendo insieme al Mef le coperture necessarie. L’obiettivo è rendere operative le nuove tariffe già nei primi mesi del 2026. La sostenibilità economica delle strutture – sottolinea Uap – è una condizione essenziale per garantire il diritto alla salute dei cittadini.
REDAZIONE AISI



