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Sanità privata in sciopero: 200mila lavoratori fermano i servizi, contratti fermi da anni

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Il 22 maggio, come annunciato da mesi, oltre 200mila tra infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari hanno incrociato le braccia il 22 maggio in segno di protesta. Hanno aderito allo sciopero nazionale indetto nelle strutture sanitarie private accreditate, nei centri di riabilitazione e nelle RSA che fanno capo ad Aiop e Aris. Il motivo? Contratti scaduti da anni: più di sei per le strutture accreditate, fino a tredici per quelle delle RSA.

Trattative ferme, stipendi inferiori al pubblico

I sindacati denunciano una situazione insostenibile: trattative bloccate, nessuna risposta concreta dalle Regioni e forti disparità salariali rispetto al pubblico. Secondo la Cisl, le differenze possono arrivare fino al 40%. Eppure, queste realtà svolgono un servizio pubblico a tutti gli effetti e ricevono risorse pubbliche. Da qui l'appello: che Regioni e Ministero della Salute sblocchino il rinnovo e superino ogni ostacolo.


Solidarietà da Aisi: "Il cuore della sanità sono i professionisti"

Nel giorno della mobilitazione, l’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (Aisi) ha espresso piena solidarietà. Il presidente Karin Saccomanno ha sottolineato l’importanza di valorizzare chi ogni giorno assicura cure e assistenza, nonostante l’aumento dei costi e le tariffe in calo che mettono in crisi la sostenibilità. Il direttore Giovanni Onesti ha chiesto un dialogo concreto tra imprese, lavoratori e istituzioni per uscire dall’impasse.


Le Regioni iniziano a muoversi

LombardiaCon 38mila lavoratori coinvolti, la Regione ha promesso di spingere Aiop e Aris a firmare i contratti. L’assessore Guido Bertolaso e il DG Mario Melazzini hanno annunciato una delibera di giunta per inserire la questione contrattuale all’ordine del giorno e sollecitare una soluzione nei tavoli con i privati.


Emilia Romagna. Adesione allo sciopero altissima, fino all’80% in alcune strutture. In 400 hanno manifestato sotto la sede regionale. L’assessore Massimo Fabi ha riconosciuto il diritto a un contratto equo e ha garantito il proprio impegno a portare la questione in Commissione Salute e in Conferenza delle Regioni, chiedendo un intervento anche del Comitato di settore per riavviare la contrattazione.


Liguria. Il residente Marco Bucci e l’assessore Massimo Nicolò hanno incontrato i lavoratori in protesta e si sono impegnati a portare la vertenza alla Conferenza Stato-Regioni, legando l’accreditamento regionale delle aziende sanitarie al rispetto dei contratti. A livello locale, hanno promesso più controlli e l’avvio di un tavolo bimestrale per monitorare la situazione del comparto.


Bilanci

Lo sciopero nazionale ha acceso i riflettori su una ferita aperta della sanità italiana. Le strutture private accreditate, pilastro del sistema misto pubblico-privato, restano ferme su contratti scaduti e salari insufficienti. Le Regioni iniziano a muoversi, ma i lavoratori chiedono azioni rapide e concrete.


REDAZIONE AISI

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