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Sanità privata Lazio e Rsa, lavoratori in piazza l’11 giugno: “Stessi diritti della sanità pubblica”

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 7 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Presidio a Roma sotto la sede della Conferenza delle Regioni

Prosegue la mobilitazione degli operatori della sanità privata e delle Rsa del Lazio. L’11 giugno, dalle 9.30 alle 12.00, si terrà un presidio in Piazza della Repubblica a Roma, proprio sotto la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. L’obiettivo è ottenere due risultati: il rinnovo del contratto collettivo per la sanità privata, fermo da sei anni, e l’introduzione di un contratto unico per le Rsa, in attesa da tredici anni.


Contratti fermi da anni, protesta ancora accesa

A distanza di settimane dallo sciopero nazionale del 22 maggio, le richieste dei lavoratori non hanno ancora trovato riscontro. Nessuna apertura da parte delle associazioni datoriali del settore, né da Aris né da Aiop, e nemmeno segnali concreti da parte del Ministero della Salute o dalla Conferenza delle Regioni. Il silenzio istituzionale è stato definito “inaccettabile”, aggravando il senso di abbandono tra il personale impegnato quotidianamente nell’assistenza.


Oltre 35mila lavoratori coinvolti nel Lazio

Nel territorio regionale, si tratta di oltre 35mila lavoratori: 25mila nelle strutture sanitarie accreditate e 10mila nelle residenze sanitarie assistenziali. Una parte essenziale del sistema sanitario che ogni giorno fornisce cure e servizi ai cittadini, ma che continua a essere esclusa dalle tutele riconosciute ai colleghi della sanità pubblica. Da qui la rivendicazione chiara: “Stesso lavoro, stessi diritti, stessa retribuzione”.


Un sistema che alimenta disuguaglianze

Secondo i promotori della mobilitazione, la situazione attuale perpetua una disparità evidente tra lavoratori che svolgono mansioni analoghe ma con condizioni economiche e contrattuali profondamente diverse. Il problema, spiegano, riguarda l’intero sistema sanitario accreditato, che beneficia di fondi pubblici ma non garantisce pari diritti a tutti gli operatori. Serve un cambio di rotta netto e una regolamentazione più stringente.


Richieste precise per un settore in sofferenza

Tra le richieste avanzate dai lavoratori ci sono: l’obbligo di rinnovo contrattuale per poter ottenere accreditamenti, il rispetto degli standard di personale, il contrasto alle esternalizzazioni incontrollate e la fine del dumping contrattuale. Senza questi interventi, affermano, non è possibile garantire un servizio sanitario equo e di qualità.


La Regione Lazio promette ma i lavoratori attendono fatti

La Regione Lazio ha dichiarato di sostenere la vertenza, annunciando un incremento delle tariffe a partire da settembre. Tuttavia, per chi manifesta, queste dichiarazioni devono tradursi in impegni vincolanti. Le nuove risorse, sostengono, devono essere condizionate al rinnovo dei contratti e la Regione deve attivarsi presso la Conferenza delle Regioni per accelerare la trattativa a livello nazionale.


Il ruolo centrale dei lavoratori delle strutture accreditate

Nel Lazio, il 40% delle prestazioni sanitarie è erogato dalla sanità privata e dalle Rsa. I lavoratori coinvolti rappresentano una componente fondamentale del Servizio sanitario regionale. Senza il loro contributo, l’intero sistema non reggerebbe. Per questo, chiedono rispetto, riconoscimento e condizioni di lavoro dignitose. La mobilitazione, assicurano, proseguirà fino alla firma dei contratti.


REDAZIONE AISI

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