top of page

Sanità lombarda, il privato accreditato protagonista del modello Made in Italy

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 4 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Durante l’assemblea regionale di Aiop Lombardia, che si è svolta nei giorni scorsi presso il Centro Congressi dell’IRCCS Humanitas di Rozzano, è emersa con forza la centralità della sanità privata accreditata nella costruzione dell’eccellenza lombarda, riconosciuta anche a livello internazionale.


Michele Nicchio, presidente di Aiop Lombardia, ha aperto i lavori definendo il ruolo del privato accreditato come “fondamentale, direi addirittura indispensabile”, evidenziando il contributo concreto del settore alla qualità dell’intero sistema sanitario regionale.


Presenza capillare e prestazioni gratuite per i cittadini

Le 106 strutture aderenti ad Aiop Lombardia hanno rappresentato circa il 35% dei posti letto totali in Regione, con picchi di oltre il 70% nella riabilitazione. Nel comparto acuti, il privato ha coperto il 28% dei posti letto e ha gestito il 36% dei ricoveri. Ancora più significativa la partecipazione nell’attività ambulatoriale, con un’incidenza del 50% del totale.


Nicchio ha sottolineato che, nonostante la gestione privata, le prestazioni restano gratuite per i cittadini, o con gli stessi ticket del pubblico. Anche nel sociosanitario, il contributo del privato accreditato ha raggiunto numeri altissimi: oltre il 90% dei posti letto sono stati garantiti da strutture non pubbliche.


Sanità come nuovo orgoglio del Made in Italy

Nel suo intervento, Nicchio ha voluto accostare la sanità lombarda alle eccellenze storiche del Made in Italy, come moda, automotive o enogastronomia. La conferma di questa qualità è arrivata dalla mobilità sanitaria interregionale, con un costante afflusso di pazienti da altre zone del Paese verso la Lombardia.


“Molti cittadini di altre Regioni hanno scelto la Lombardia per farsi curare. È il segno più concreto della fiducia nella qualità del nostro sistema”.

In questo scenario, ha ricordato, 14 IRCCS su 19 sono stati privati accreditati, una percentuale che da sola ha testimoniato l’eccellenza del modello lombardo.


Sfide del presente e prospettive future

Nel corso dell’assemblea si sono affrontati temi chiave come l’invecchiamento della popolazione, la carenza di personale, il rinnovo del tariffario nazionale e il superamento dei vincoli di spesa.


Nicchio ha evidenziato come l’aumento dell’età media rappresenti sì un indicatore positivo, ma anche una sfida in termini di cronicità e aumento dei costi. A questa situazione si è sommata la riduzione della forza lavoro, rendendo difficile assicurare la tenuta del sistema nel lungo periodo.


Sulla questione tariffe, il presidente ha denunciato l’introduzione di un nuovo tariffario nazionale – previsto per fine 2024 – che ha previsto ribassi rispetto ai valori del 2010, nonostante l’aumento generalizzato dei costi sanitari.

“È l’unico settore dove, dopo dieci anni, le tariffe sono scese invece che salire”.


Superare vincoli obsoleti

Infine, si è ribadita la necessità di rimuovere il tetto di spesa previsto dal DL 95/2012, che ha limitato l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato.


“Il privato ha dimostrato di saper offrire prestazioni efficienti e di qualità – ha concluso Nicchio –. Bloccarne la crescita con vincoli anacronistici non ha più senso”.

All’appuntamento hanno partecipato anche Mario Melazzini (DG Welfare Regione Lombardia), Emanuele Monti (CdA Aifa, Regione Lombardia) e il prof. Gabriele Pelissero, presidente nazionale AIOP.


REDAZIONE AISI

bottom of page