top of page

Sanità europea, allarme invecchiamento: oltre il 40% dei medici ha più di 55 anni

Immagine del redattore: AISIAISI

Il progressivo invecchiamento della classe medica in Europa sta mettendo sotto pressione i sistemi sanitari nazionali. I dati aggiornati mostrano che in dodici nazioni dell'Unione Europea più del 40% dei medici ha superato i 55 anni, con una quota crescente di professionisti prossimi alla pensione e una carenza di nuove generazioni pronte a prendere il loro posto.

Tra i paesi con la più alta percentuale di medici anziani, spiccano la Bulgaria con il 54%, l'Italia al 53,9%, seguita dalla Lettonia con il 46,9% e dall'Estonia con il 45,9%. Anche la Germania (43,5%), la Francia (43,4%), l'Ungheria (43%) e il Belgio (42%) rientrano in questo quadro allarmante. Chiudono la lista Lituania (41,8%), Repubblica Ceca (40,4%), Polonia (40,3%) e Cipro (40,2%). Particolarmente critico è il dato italiano, che detiene il primato europeo per la presenza di medici con oltre 65 anni di età, pari al 26,7%, seguita da Ungheria (22,4%) ed Estonia (22,3%).


A fronte di un'elevata età media tra i professionisti sanitari, alcuni paesi registrano invece una presenza significativa di medici sotto i 35 anni. Tra questi spiccano Malta (46,1%), Romania (34,6%) e Paesi Bassi (29,7%).


Un fenomeno in crescita negli ultimi anni

Analizzando il trend degli ultimi decenni, emerge un quadro chiaro: il numero di medici con oltre 55 anni è cresciuto in modo costante. Nel 2005, nessun paese dell'Unione Europea registrava una percentuale superiore al 40% per questa fascia d’età. In Italia, in particolare, il dato si attestava intorno al 26%, valore che oggi corrisponde invece alla quota di professionisti con oltre 65 anni. Anche in Spagna si è verificata un’evoluzione simile: nel 2005 la percentuale di medici con più di 55 anni era inferiore al 15%, mentre oggi ha raggiunto il 35%.


L'impatto sulla sanità europea

L'invecchiamento del personale medico rappresenta una sfida complessa per la tenuta dei servizi sanitari. Secondo gli esperti, questa tendenza rischia di compromettere la sostenibilità del sistema, con il rischio concreto di un calo della qualità dell'assistenza e dell’accessibilità alle cure. Nei prossimi anni, infatti, un numero crescente di medici lascerà il lavoro per la pensione, mentre le nuove generazioni di specialisti non saranno sufficienti a colmare il vuoto.


Un altro problema riguarda il deficit di personale sanitario in generale. Le stime parlano di una carenza di 1,2 milioni di professionisti, tra medici, infermieri e ostetriche, a livello europeo. Le motivazioni sono molteplici: condizioni di lavoro difficili, elevati carichi di responsabilità e retribuzioni spesso non adeguate all'impegno richiesto.


Questo ha portato a una crescente difficoltà nel trattenere il personale, con molti operatori sanitari che decidono di lasciare il settore o di trasferirsi in paesi con migliori opportunità professionali.


Le possibili soluzioni per il futuro

Per far fronte alla carenza di medici, diversi stati membri hanno avviato programmi di reclutamento internazionale, attirando professionisti dall'estero. Tuttavia, secondo gli esperti, questa misura non è sufficiente per risolvere il problema nel lungo periodo. Servono investimenti strutturali per migliorare le condizioni di lavoro, aumentare gli stipendi e potenziare la formazione di nuovi medici.


Oltre alla mancanza di specialisti, il sistema sanitario europeo si trova ad affrontare un ulteriore ostacolo: l'invecchiamento della popolazione.


L’aumento della richiesta di assistenza sanitaria si scontra con una forza lavoro in costante diminuzione.


Per garantire la tenuta del sistema, l'Unione Europea dovrà sviluppare politiche mirate ad attrarre le nuove generazioni verso la professione medica, migliorando le prospettive lavorative e rendendo il settore più attrattivo per i giovani.


REDAZIONE AISI

 
 
bottom of page