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Salute mentale, il nuovo Piano 2025-2030 verso l’intesa: più territorio, niente contenzione e telemedicina strutturale

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il passaggio politico in Conferenza Stato-Regioni

Il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 entra nella fase decisiva: il Ministero della Salute ha trasmesso alle Regioni la terza versione del documento, aggiornata dopo il lavoro del Tavolo tecnico avviato nel 2023. Il testo recepisce le ultime indicazioni normative e gli standard già condivisi nell’Accordo Stato-Regioni 2022, ponendo le basi per il via libera politico-tecnico.


Il nuovo modello dipartimentale integrato

Il Piano rafforza il Dipartimento come struttura organizzativa centrale, definendolo un modello unico integrato e inclusivo, capace di garantire continuità assistenziale, multidisciplinarietà e presa in carico centrata sulla persona. L’obiettivo è allineare servizi territoriali, ospedalieri e interventi sociali all’interno di una rete coerente.


L’integrazione con i servizi per le dipendenze

Il documento punta a superare la storica separazione tra salute mentale e dipendenze patologiche, proponendo equipe multiprofessionali e PDTA condivisi. Una scelta che risponde al bisogno crescente di gestione unificata dei disturbi psichiatrici e delle dipendenze, soprattutto in età giovanile.


Stop alla contenzione meccanica

Tra le innovazioni più forti viene inserito l’Accordo del 23 ottobre 2025 per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura. Il Piano recepisce le strategie nazionali per ridurre e prevenire le pratiche coercitive, in linea con gli standard internazionali di tutela dei diritti umani.


Telemedicina e innovazione digitale

Uno specifico capitolo è dedicato alla telemedicina, con riferimenti all’Accordo Stato-Regioni del 2020. La nuova versione del Piano prevede un utilizzo strutturale di televisita, teleconsulto e strumenti digitali per la gestione territoriale, coerentemente con i modelli organizzativi del DM 77/2022.


I quattro livelli dell’assistenza

Il modello aggiornato definisce quattro livelli di intensità:– consultazione e presa in carico primaria nelle Case di Comunità;– gestione degli episodi acuti e dei percorsi a lungo termine presso CSM, NPIA e SerD;– assistenza specialistica ospedaliera e residenziale;– reti sovrazonali e servizi di area vasta, incluse REMS e centri per i disturbi alimentari.


Il quadro su REMS, misure di sicurezza e liste d’attesa

Il Piano riorganizza il sistema delle REMS alla luce dell’Accordo CU 188/2022 e della sentenza della Corte Costituzionale n. 22/2022. Prevede inoltre una gestione regionale unica delle liste d’attesa, criteri di priorità omogenei e un PTRI obbligatorio entro 45 giorni per ogni paziente.


Prevenzione, giovani e fragilità sociali

Un ampio capitolo è dedicato alla prevenzione: rischio psicopatologico giovanile, solitudine, determinanti sociali, salute mentale in carcere e contrasto al suicidio. L’obiettivo è anticipare i bisogni e ridurre le diseguaglianze che alimentano la vulnerabilità psichica.


Formazione obbligatoria e sicurezza nei reparti

Il Piano introduce programmi nazionali di formazione obbligatoria, inclusi percorsi di de-escalation e interventi di risk management. Previsti anche adeguamenti strutturali delle aree di cura: videocamere, allarmi, dispositivi anti-intrusione e soluzioni tecnologiche per la sicurezza degli operatori e dei pazienti.


Monitoraggio nazionale dell’attuazione

La verifica del Piano sarà affidata alla Commissione Salute, alle Direzioni tecniche del Ministero e al Tavolo tecnico sulla Salute Mentale. Il monitoraggio riguarderà soprattutto il recepimento regionale degli obiettivi e la coerenza dei percorsi organizzativi.


REDAZIONE AISI

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