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Salute e diseguaglianze: Istat fotografa l’Italia, Anelli (Fnomceo) chiede investimenti sui professionisti sanitari

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 22 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Secondo il Rapporto annuale 2025 dell’Istat, la speranza di vita alla nascita in Italia è tornata a superare i livelli pre-Covid: 81,4 anni per gli uomini, 85,5 per le donne. Tuttavia, non cresce altrettanto la qualità degli anni vissuti. Gli anni in buona salute calano, con un impatto più evidente nel Sud e tra la popolazione femminile.

Liste d’attesa, povertà e rinunce alle cure

Nel 2024 è aumentato il numero di cittadini che hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, per motivi economici o a causa delle lunghe attese. Si è passati da 4,5 milioni a 6 milioni di italiani che non si curano. Un dato che, secondo il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, “mina i risultati positivi raggiunti in termini di sopravvivenza”.


Anelli: “Investire su medici e operatori per salvare il SSN”

Filippo Anelli, alla guida della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, commenta così:“Il quadro tracciato dall’Istat è chiaro: aumenta la vita, ma peggiora la qualità. In particolare per gli anziani. Le disuguaglianze territoriali restano marcate: chi nasce al Sud ha un’aspettativa di vita più bassa rispetto al Nord”.


Fiducia nei medici, ma il sistema è fragile

Anelli ricorda che la fiducia verso i professionisti sanitari è altissima, specie per i medici di medicina generale, che hanno un ruolo determinante nel garantire continuità e accessibilità alle cure.“Il rapporto costante con il medico di fiducia allunga la vita, lo dimostrano tutti gli studi”, sottolinea.


“Servono professionisti per garantire salute”

Il presidente Fnomceo lancia un appello: “Il Sistema Sanitario Nazionale ha bisogno di investimenti nei professionisti: medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi. Trentuno professioni sanitarie in grado di cambiare davvero la vita degli italiani. Senza risorse e personale, non c’è tenuta del sistema”.


Disparità territoriali e sociali ancora aperte

Le cifre rivelano che i progressi nella sopravvivenza non si accompagnano a un miglioramento uniforme della salute. Il divario tra Nord e Sud è ancora presente, aggravato dalla crisi sociale e dall’inadeguatezza dell’offerta sanitaria pubblica.


Una strategia urgente per salvare la sanità pubblica

Il messaggio finale di Anelli è chiaro: “Occorre intervenire con urgenza. Senza investimenti sulle persone, il SSN non potrà affrontare le sfide future. Non bastano le strutture: sono le competenze a curare”.


REDAZIONE AISI

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