Robot in ospedale: logistica, disinfezione e chirurgia diventano automatizzate
- AISI
- 5 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Robot in corsia: dalla disinfezione alla consegna dei campioni

Negli ospedali italiani aumentano le soluzioni robotiche per facilitare il lavoro sanitario. All’Irccs San Raffaele di Milano è operativo un sistema automatizzato per la consegna dei campioni biologici tra i reparti, che riduce tempi e margini d’errore. Al Campus Bio-Medico di Roma, invece, Freki – un robot a quattro zampe – pattuglia di notte le sale operatorie vuote per individuare batteri e virus. Accanto a lui, HosBot gestisce le attività logistiche interne mentre Thiago, un umanoide dotato di sensori e braccio meccanico, supporta gli infermieri nel trasporto di materiali delicati anche in ambito domestico.
Automazione a supporto dei professionisti
La robotica e l’intelligenza artificiale offrono nuove opportunità all’interno dei percorsi di cura. Secondo gli esperti, le tecnologie non sostituiscono il personale sanitario, ma lo affiancano svolgendo compiti ripetitivi e usuranti. L’obiettivo è ottimizzare l’organizzazione interna delle strutture sanitarie, liberando tempo prezioso da dedicare ai pazienti. In questo senso, l’integrazione tecnologica è vista come un investimento concreto sull’efficienza e la qualità delle cure.
Tecnologie d’avanguardia in sala operatoria
Oltre alle attività logistiche, la robotica è già presente da anni nelle sale operatorie. Tra i dispositivi più evoluti c’è il Da Vinci Single Port, che consente interventi mininvasivi con un solo accesso chirurgico. Il recupero post-operatorio è più rapido e con minori complicanze. C’è poi il CyberKnife, sistema di neuro-radiochirurgia robotica non invasiva, e l’Artis Pheno, braccio robotico originariamente creato per l’industria automobilistica, oggi utilizzato in cardiochirurgia e neurochirurgia per integrare le immagini TC durante gli interventi, aumentando precisione e sicurezza.
Europa e Stati Uniti: corsa alla leadership nel medtech
Il settore tecnologico sanitario europeo mostra grande vivacità creativa, ma si scontra con una burocrazia lenta che rallenta l’introduzione pratica delle innovazioni. Ogni anno nell’UE vengono depositati oltre 16mila brevetti nel campo della salute, ma le novità spesso trovano applicazione prima negli Stati Uniti, dove i tempi per l’approvazione e la regolamentazione sono più rapidi e certi. La difficoltà di trasferire ricerca in clinica resta una sfida centrale per il futuro della sanità europea.
L’innovazione per umanizzare la cura
Al San Raffaele si sperimentano anche robot autonomi per la pulizia degli spazi comuni. Oltre all’efficienza, queste soluzioni rafforzano la sicurezza igienica, fondamentale per prevenire le infezioni ospedaliere. Il prossimo passo guarda a tecnologie che uniscano automazione e intelligenza artificiale per interagire meglio con il personale e i pazienti. L’obiettivo è un modello assistenziale dove la tecnologia non disumanizza, ma contribuisce a una cura più attenta e personalizzata.
REDAZIONE AISI