Paracetamolo in gravidanza e rischio di iperattività nel bebè: nuovo studio
- AISI
- 14 feb
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 15 feb
Un recente studio pubblicato su Nature Mental Health suggerisce che l'uso del paracetamolo in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di iperattività (Adhd) nei nascituri. La ricerca, diretta da Brennan Baker dell'Università di Washington a Seattle, ha analizzato un campione di oltre 300 donne.

Risultati contrastanti dagli studi precedenti
Gli effetti del paracetamolo sullo sviluppo neurologico sono stati oggetto di numerosi studi, con risultati discordanti. Ad esempio, una ricerca del 2019 su oltre 4700 bambini e le loro madri ha rilevato un aumento del 20% del rischio di Adhd nei bambini esposti al farmaco in utero. Tuttavia, un'analisi del 2024 su quasi 2,5 milioni di bambini non ha riscontrato alcuna associazione significativa.
L'analisi dello studio attuale
Baker e il suo team hanno esaminato campioni di sangue di 307 donne nel secondo trimestre di gravidanza, escludendo coloro che assumevano farmaci per patologie croniche o con complicazioni note della gravidanza. I ricercatori hanno poi monitorato lo sviluppo dei loro figli fino agli 8-10 anni di età.
I risultati mostrano che i bambini nati da madri con tracce di paracetamolo nel sangue durante la gravidanza avevano una probabilità tre volte maggiore di ricevere una diagnosi di Adhd rispetto ai bambini le cui madri non ne presentavano tracce. L'associazione è stata riscontrata anche dopo aver considerato fattori come età materna, peso prima della gravidanza, stato socioeconomico e salute mentale familiare.
Necessità di ulteriori ricerche
Sebbene i dati suggeriscano un possibile legame tra paracetamolo e Adhd, gli autori sottolineano la necessità di ulteriori studi per confermare se sia effettivamente il farmaco a influenzare il rischio di iperattività nei bambini.
REDAZIONE AISI