Responsabilità sanitaria, si guarda al modello francese: proposta per un sistema “senza colpa”
- AISI

- 9 giu
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Superare la tradizionale logica della colpa per costruire un sistema più equo e funzionale: è questo l’obiettivo della proposta avanzata oggi a Roma durante l’incontro “Ma che colpa abbiamo noi. I confini della responsabilità professionale in sanità”.

Nel corso del convegno è stato rilanciato un appello per l’adozione anche in Italia del cosiddetto modello “no fault”, già applicato con successo in Francia e in altri Paesi europei. Un sistema che prevede un indennizzo economico per i pazienti senza che debbano dimostrare la colpa del medico.
Un modello che tutela tutti
L’approccio francese, basato sull’indennizzo anziché sul risarcimento legato alla colpa, porta con sé numerosi vantaggi. Il primo è la riduzione della pressione legale e psicologica sui professionisti della salute, che spesso operano sotto la costante minaccia di azioni giudiziarie. Allo stesso tempo, il sistema rafforza il rapporto di fiducia tra medico e paziente, promuove la trasparenza e migliora la gestione del rischio clinico, incoraggiando protocolli più rigorosi e una formazione continua.
In Francia iter rapidi e senza tribunali
Secondo quanto illustrato durante il convegno, in Francia il 98% delle richieste viene accolta da una commissione competente. I pazienti ottengono un indennizzo certo e in tempi contenuti, evitando lunghi procedimenti giudiziari. Il modello consente quindi di ridurre drasticamente il numero dei contenziosi e di alleggerire il carico della giustizia ordinaria, garantendo allo stesso tempo giustizia e risarcimento.
Il confronto con l’Italia
Nel nostro Paese, invece, il sistema attuale è considerato inefficace. La riforma della responsabilità professionale è di fatto ferma. Il documento prodotto dalla Commissione D’Ippolito non ha portato a risultati concreti, e secondo i promotori della proposta, questo immobilismo normativo contribuisce a mantenere un clima di sfiducia all’interno delle strutture sanitarie. L’assenza di una cornice chiara e moderna sulla responsabilità professionale rischia di penalizzare sia i pazienti sia i professionisti.
Un cambiamento possibile
La proposta lanciata oggi invita dunque a guardare oltre il paradigma punitivo, per orientarsi verso un sistema che riconosca e gestisca gli errori senza criminalizzare chi lavora ogni giorno in prima linea. L’obiettivo non è eliminare le responsabilità, ma affrontarle in un contesto che valorizzi il miglioramento continuo della qualità delle cure e delle relazioni tra chi le eroga e chi le riceve.
REDAZIONE AISI



