Il Centro di Educazione Motoria della Croce Rossa nel quartiere Portuense di Roma sarebbe stato teatro di abusi scioccanti e violenze inaccettabili, trasformandosi in un luogo di terrore per pazienti vulnerabili. Dieci arresti domiciliari sono scattati in seguito a pesanti accuse, inclusa quella di tortura, mentre la Cri si prepara a costituirsi parte civile.

Un Orrorifico Scenario di Brutalità e Violenza. Le testimonianze raccontano di umiliazioni estreme, percosse selvagge e persino atti di violenza sessuale perpetrati ai danni di individui fragili e disabili presso il CEM della Croce Rossa. Le vittime erano soggette a continue angherie, minacce e maltrattamenti, trasformando il centro in un vero e proprio lager per coloro che cercavano cure.
L’Inchiesta e le Revelazioni Scioccanti. Un’inchiesta della Procura ha portato alla luce un quadro agghiacciante di pestaggi, abusi e umiliazioni inflitte agli uomini e alle donne in terapia presso il centro di educazione motoria della capitale. Gli arresti domiciliari sono stati eseguiti in seguito alle denunce dei dirigenti della stessa Cri, svelando un contesto di terrore e sopraffazione.
La Crudele Realtà all’interno del CEM. Le accuse di tortura sollevate contro i responsabili dipingono un quadro inquietante della situazione, con il gip che descrive gli indagati come individui che consideravano i pazienti come oggetti fastidiosi da eliminare. Le violenze fisiche e psicologiche, insieme alle umiliazioni sessuali, sono emerse come pratiche diffuse all’interno della struttura, mettendo in luce un atteggiamento disumano e spietato.
Un’Altra Italia Oscura Emergente. La realtà rivelata all’interno del CEM della Croce Rossa getta una luce sinistra su un’Italia segnata da coercizione, violenza psicologica e barbarie. I pazienti venivano privati del riposo, sottoposti a umiliazioni pubbliche e persino maltrattati fisicamente di fronte a tutti, creando un clima di terrore costante e impotenza.
L’avvocata Marta Campoli ha annunciato ricorsi al Riesame, mentre il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, si è detto “indignato” e ha promesso di garantire la tutela dei pazienti. La Croce Rossa ha dichiarato che si costituirà parte civile, nel tentativo di far luce su quanto accaduto e assicurare giustizia per le vittime di queste atroci violazioni.
Le reazioni dei sindacati. De Palma (Nursing Up). «A nome del Nursing Up, sindacato Nazionale Infermieri, non posso che esprimere una forte apprensione riguardo ai riprovevoli episodi di violenza e tortura, ipotizzati a carico di 10 Operatori Socio Sanitari, attualmente agli arresti domiciliari, nei confronti di pazienti ricoverati presso il Centro di educazione motoria gestito dalla Croce Rossa di Roma.
Naturalmente, attendiamo che la magistratura faccia chiarezza su questi fatti che, se confermati, sarebbero davvero agghiaccianti.
Da parte del Nursing Up non può che esserci vicinanza alle famiglie e non possono non emergere severe riflessioni su questa vicenda.
Siamo di fronte a soggetti fragili, a persone in palese difficoltà, fisica e psichica, che il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha il dovere di tutelare in tutte le maniere possibili.
Ed è per questa ragione che occorre prima di tutto andare fino in fondo per accertare le reali responsabilità in casi esecrabili, come questi, ma contemporaneamente rafforzare i controlli e gli strumenti finalizzati ad una sempre maggiore tutela fisica e psicologica degli assistiti».
REDAZIONE AISI
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