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Violenza in sanità. Magi (Omceo Roma): "Serve più efficacia, il sistema va migliorato per evitare aggressioni"

Immagine del redattore: AISIAISI

Aggiornamento: 13 gen

Il presidente dell'Ordine dei medici della Capitale, Antonio Magi, ritiene che le misure adottate per contrastare la violenza verso i professionisti sanitari non siano ancora sufficienti.

Per risolvere il problema, è fondamentale affrontare le criticità che generano frustrazione tra le persone, come le liste d'attesa e la burocrazia che alimentano la rabbia. Inoltre, si rende necessario creare un sistema di comunicazione efficace, garantire un buon funzionamento dei servizi sanitari e mettere a disposizione un numero di professionisti adeguato alle esigenze della popolazione. "Se non affrontiamo questi aspetti, assisteremo sempre di più a episodi violenti", avverte.


Lo scorso novembre, la Camera dei deputati ha approvato definitivamente un disegno di legge contenente nuove disposizioni per combattere la violenza contro i professionisti sanitari.


Le norme prevedono pene severe, tra cui l'arresto obbligatorio in caso di lesioni personali ai danni di operatori sanitari, sociosanitari e loro collaboratori, oltre che per il danneggiamento delle strutture sanitarie.


Tuttavia, Antonio Magi considera prematuro valutare l’efficacia di queste disposizioni, anche se le considera come un primo passo. “Sono misure che non bastano ancora”, ha sottolineato. Secondo lui, è necessario concentrarsi anche sul miglioramento dei servizi, per ridurre i conflitti e le situazioni che possono portare a violenze.


Accanto alla questione legale, Magi suggerisce che le Asl e le strutture ospedaliere adottino il procedimento di querela d'ufficio contro chi compie atti di violenza. Inoltre, è fondamentale fornire un’adeguata tutela legale a medici e infermieri aggrediti. "Viviamo in un periodo in cui molte persone soffrono di disturbi mentali, spesso non supportati adeguatamente. La frustrazione per la mancanza di un aiuto può trasformarsi in rabbia, specialmente quando le cose non funzionano come dovrebbero".


Secondo il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, "la soluzione non risiede solo nell'adozione di deterrenti contro chi aggredisce, ma nel miglioramento del Servizio sanitario nazionale, a partire da problematiche come le lunghe liste d'attesa e la burocrazia. Una persona comune può irritarsi, ma non arriva a compiere un'aggressione. Chi invece è già vulnerabile dal punto di vista mentale, può sfogare la propria frustrazione sugli operatori sanitari".


"Dunque, invece di concentrarci su sistemi tecnologici come smartwatch per monitorare le aggressioni, dobbiamo rimuovere le inefficienze del sistema sanitario. È urgente semplificare la burocrazia, creare una comunicazione più efficace, garantire il corretto funzionamento dei servizi e aumentare il numero di operatori sanitari per rispondere alle esigenze della popolazione. Se non agiamo su questi fronti, assisteremo a un continuo aumento della violenza".


REDAZIONE AISI

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