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Uso degli antibiotici in Italia, nel 2022 aumento del 25%

Immagine del redattore: AISIAISI

Nel 2022 si è registrato un marcato aumento nell’utilizzo degli antibiotici in Italia, come riportato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed) dell’Aifa. Il rapporto, reso disponibile il 17 giugno sul sito dell’Agenzia, mostra che più del 30% della popolazione ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso dell’anno. La percentuale cresce sensibilmente con l’età, raggiungendo il 60% tra gli individui oltre gli 85 anni. Il documento ha evidenziato anche un incremento del 25% nei consumi rispetto al 2021, tendenza confermata anche nei primi sei mesi del 2023.


Analisi dettagliata del consumo di antibiotici

Il rapporto ha fornito un quadro approfondito dell’uso degli antibiotici sia in ambito di assistenza convenzionata sia ospedaliera. In particolare, sono stati esaminati i dati relativi alla prescrizione pediatrica e agli anziani, oltre alle prescrizioni di fluorochinoloni in specifici sottogruppi di popolazione. Con riferimento all’ambito ospedaliero, il rapporto ha presenta i risultati relativi all’indicatore Esac, che misura la proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea rispetto al totale consumato in ospedale, e al Drug resistance index (Dri). Quest’ultimo combina il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci in un unico indicatore, utile per quantificare il problema dell’antibiotico-resistenza.


Focus sulla formazione e sulle iniziative regionali

Oltre all’analisi dei consumi di farmaci antibiotici, il rapporto dell’Aifa ha esplorato anche altri aspetti come l’acquisto privato di antibiotici di fascia A e l’uso degli antibiotici non sistemici. È stata poi posta attenzione agli indicatori di appropriatezza prescrittiva nella medicina generale e all’uso degli antibiotici in ambito veterinario. Significativa è la sezione dedicata alla formazione dei professionisti sanitari sull’antibiotico resistenza e sulle infezioni correlate all’assistenza, così come i risultati di una survey sulle esperienze regionali di monitoraggio dell’uso di antibiotici, in linea con il Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico resistenza (Pncar) 2022-2025. Si rimanda alla sezione “Documenti allegati” per il report integrale.


Questi, in sintesi, i principali dati emersi:

- Nel 2022 più di 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 60% negli over 85.- Quasi il 90% del consumo di antibiotici a carico del SSN viene erogato in regime di assistenza convenzionata.

- I maggiori livelli d’uso si riscontrano per gli uomini nelle fasce più estreme, per le donne nella fascia tra i 20 e i 69 anni.

- Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 1 bambino su 2 riceve almeno una prescrizione di antibiotici.

- Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

- A fronte di un consumo complessivo a livello nazionale di 21,2 DDD/1000 abitanti die, anche nel 2022 si confermano le differenze tra regioni e aree geografiche già osservate negli anni precedenti, con livelli di consumo superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 DDD/1000 abitanti die).

- Al Sud si rileva una spesa doppia rispetto alle regioni del Nord (19,1 vs 13,3 euro pro capite) determinata da un maggior consumo di antibiotici e da un ricorso a farmaci più costosi. Nell’ambito dell’assistenza convenzionata il costo medio per DDD al Sud è pari a 1,90 euro, superiore a quello del Nord (1,58 euro) e alla media nazionale (1,75 euro).

- Analogamente ai consumi, la prevalenza d’uso del Sud (43,3%) è nettamente superiore a quella del Nord (28,9%).

- Le associazioni di penicilline, compresi gli inibitori delle beta-lattamasi, si confermano anche nel 2022 gli antibiotici più utilizzati a livello nazionale (circa il 36% dei consumi totali).

- Nel 2022 si conferma il trend in peggioramento del rapporto tra il consumo di antibiotici ad ampio spettro rispetto al consumo di antibiotici a spettro ristretto che passa dall’11,0 del 2019 al 13,6 del 2022. Tale indicatore mostra come l’Italia abbia un importante ricorso a molecole ad ampio spettro, che hanno un maggior impatto sulle resistenze antibiotiche, anche più elevato rispetto agli altri Paesi Europei (13 vs 4).

- La quota di antibiotici Access considerati di prima scelta (46% dei consumi a carico del SSN) rimane al di sotto del target (60%) raccomandato dall’OMS.

- Anche in ambito ospedaliero si registra un aumento della proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea sul totale del consumo ospedaliero, collocando l’Italia ben al di sopra della media europea (53,9% vs 37,6%).


REDAZIONE AISI

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