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Immagine del redattoreAISI

Terrore senza fine negli ospedali

Ancora un’aggressione in ospedale, dopo quelle che hanno funestato la Puglia negli ultimi giorni.

Hanno invaso i corridoi del reparto gridando e insultando chiunque si trovassero davanti, trasformando le stanze di del reparto Oncologia in una sorta di campo di battaglia: porte divelte, tavoli ribaltati, suppellettili gettate a terra. Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha consentito di riportare la calma. Il fatto è avvenuto ieri mattina all'ospedale di Pescara. Protagoniste 40 persone, che si sono presentate nella struttura appena appreso della morte di un loro parente. A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero.


Uomini e donne hanno invaso i corridoi, dopo essere riusciti a entrare con la forza: è subito intervenuta la guardia giurata in servizio che, valutata la situazione, ha chiamato il numero di emergenza. In ospedale sono arrivate prima le pattuglie della squadra volante della questura quindi quelle dei carabinieri, che hanno cercato di riportare la calma, poi hanno scortato la salma fino all'obitorio.


"Condanno fermamente l'odioso atto di violenza perpetrato da un gruppo di circa quaranta persone a danno degli operatori sanitari, dei pazienti e del patrimonio del reparto di Oncologia dell'Ospedale di Pescara - dichiara il direttore generale della Asl, Vero Michitelli - Un reparto come l'Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, non avrebbe mai dovuto essere teatro di un'aggressione così vile e gratuita. I nostri operatori, medici, infermieri e operatori socio sanitari, si dedicano quotidianamente alla cura dei pazienti con la massima professionalità e umanità. Vedere il loro impegno e la loro dedizione così brutalmente disprezzati mi riempie di sdegno e indignazione".

Vigilanza decisa dal prefetto rimodulando i servizi dei militari


Il prefetto Paolo Giovanni Grieco ha invece deciso che per contrastare e prevenire il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario l'esercito vigilerà sull'ospedale di Vibo Valentia. La decisione - scrive oggi la Gazzetta del Sud - rientra in un piano di rimodulazione dei servizi di vigilanza già operati dall'Esercito su obiettivi sensibili nel territorio vibonese nell'ambito dell'operazione 'Strade sicure'.

Medici e infermieri aggrediti


Nell'ospedale di Vibo, nei mesi scorsi, si sono verificati diversi casi di medici ed infermieri aggrediti da pazienti o da loro familiari. Per tale motivo, il prefetto ha ritenuto di rafforzare la vigilanza, spostando alcune aliquote dell'esercito sul nosocomio. I militari continueranno quindi a svolgere i loro servizi di vigilanza su siti ed obiettivi sensibili sempre in stretto coordinamento con i carabinieri e la polizia. La vigilanza al pronto soccorso dell'ospedale Jazzolino era stata rafforzata anche dall'Azienda sanitaria provinciale.


REDAZIONE AISI

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