L’inquinamento atmosferico è un pericolo crescente per la salute pubblica. Aumentano le malattie respiratorie, cardiovascolari e neurodegenerative. Gli esperti chiedono azioni urgenti per ridurre le emissioni.

L’aria inquinata non è solo un problema ambientale, ma una vera emergenza sanitaria. Le evidenze scientifiche dimostrano come l’esposizione agli agenti inquinanti sia responsabile di un incremento preoccupante di patologie polmonari, disturbi cardiaci e malattie neurologiche, senza contare i danni alla fertilità e le ripercussioni sullo sviluppo infantile.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 8 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno a causa dello smog, mentre l’Agenzia Europea dell’Ambiente segnala che, nel solo territorio italiano, decine di migliaia di vittime sono attribuibili all’esposizione alle polveri sottili e al biossido di azoto. Numeri allarmanti, che evidenziano l’urgenza di un cambio di rotta.
Inquinamento atmosferico: un rischio sottovalutato
Uno studio approfondito condotto da esperti del settore ha analizzato l’impatto dell’inquinamento sulla salute e le possibili strategie di riduzione delle emissioni. L’obiettivo è fornire strumenti concreti per azioni locali e nazionali in grado di contrastare il peggioramento della qualità dell’aria.
Dall’inizio del 2025, sono stati avviati monitoraggi dettagliati sulle principali città italiane, raccogliendo dati sulle medie giornaliere di PM10, PM2.5 e biossido di azoto, tra i principali responsabili delle patologie legate all’inquinamento. Le nuove direttive europee sulla qualità dell’aria, approvate nell’ottobre 2024, prevedono limiti più restrittivi, ma il vero problema è che queste normative entreranno in vigore solo nel 2030.
L’appello degli esperti: “Non possiamo aspettare il 2030”
Il ritardo nell’applicazione delle nuove regole rischia di costare migliaia di vite. Gli esperti sottolineano la necessità di azioni immediate e vincolanti per ridurre l’inquinamento atmosferico. Le fonti principali di emissioni nocive sono state individuate in:
traffico veicolare: principale responsabile delle emissioni di NO₂ e particolato fine, soprattutto nelle aree urbane;
impianti di incenerimento: rilasciano sostanze pericolose come diossine e particolato sottile, con possibili effetti dannosi sulla salute umana;
combustione di biomasse e legna: fonte spesso sottovalutata di inquinamento domestico e atmosferico;
attività agricole e allevamenti intensivi: contribuiscono alla produzione di ammoniaca e particolato secondario;
trasporto marittimo e aereo: elevati livelli di emissioni nelle zone portuali e aeroportuali.
L’analisi epidemiologica mostra che non esiste una soglia sicura per l’esposizione agli inquinanti: anche livelli inferiori ai limiti attuali possono provocare conseguenze sulla salute.
Azioni urgenti per un’aria più pulita
Per proteggere la popolazione, è fondamentale ridurre subito le emissioni e adottare politiche più ambiziose. I medici e gli esperti del settore chiedono un intervento immediato da parte delle istituzioni, per garantire misure efficaci e migliorare la qualità della vita dei cittadini. L’inquinamento non può più essere tollerato: servono regole più severe e un impegno concreto per il futuro dell’ambiente e della salute pubblica.
REDAZIONE AISI
Comments