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Sincope: ogni anno 2 milioni di italiani ne soffrono, con 187.000 che si recano al pronto soccorso

Immagine del redattore: AISIAISI

Il 30% sono giovani, ma un ospedale su 3 non ha un centro specializzato. L'allarme il report di GIMSI.

La sincope, ovvero la perdita temporanea di coscienza, è un fenomeno che coinvolge un numero molto elevato di persone ogni anno. In Italia si stima che circa 2 milioni di persone ne siano colpite, con circa 187.000 che finiscono in pronto soccorso a causa di questa condizione. Si tratta per lo più di anziani che, a causa della sincope, cadono e si feriscono, ma anche i giovani, che costituiscono il 30% dei casi, non sono esenti. Nonostante la frequenza di questo problema, solo un ospedale su tre ha un centro specializzato per la gestione della sincope.


Un censimento realizzato dal Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope (GIMSI) tra luglio e dicembre 2024, su un campione di 158 ospedali, ha evidenziato che, sebbene il 37% degli ospedali abbia una struttura dedicata alla sincope, molte di queste non soddisfano i requisiti stabiliti dalle linee guida europee. Solo il 30% degli ospedali italiani ha centri sincope certificati, ovvero strutture dotate di personale specializzato e attrezzature specifiche, come il tilt test e l'elettrocardiogramma. Nel 2019, questi centri certificati erano 72, ma oggi sono scesi a 48.


Andrea Ungar, presidente del GIMSI e professore ordinario di Geriatria all'Università di Firenze, sottolinea che la sincope può verificarsi in una persona sana e che, sebbene sia spesso causata da fattori come emozioni forti o la permanenza in piedi per lungo tempo, in rari casi può essere legata a problemi cardiaci. Le sincopi di origine cardiaca sono le più pericolose, poiché non sono precedute dai tipici sintomi di avvertimento come vertigini, sudorazione e visione annebbiata.


Anche se la sincope è frequente tra gli anziani, circa il 30% delle persone che si recano al pronto soccorso a causa di questa condizione sono giovani, spesso preoccupati che la perdita di coscienza possa nascondere un problema cardiaco o neurologico. Una diagnosi corretta è fondamentale per prevenire le cadute, che spesso causano gravi traumi, soprattutto negli anziani, e per evitare esami medici inutili, che comportano un notevole spreco di risorse.


Per migliorare la diagnosi e la gestione della sincope, sono necessarie unità specializzate, chiamate "Syncope Unit", che eseguono esami specifici e mirati per identificare la causa della perdita di coscienza. Tra questi esami, il tilt test è uno dei più comuni, soprattutto per i casi di sincope "classica" (vaso-vagale).


Michele Brignole, coordinatore del censimento GIMSI e uno dei massimi esperti di sincope, evidenzia che, nonostante l'Italia rimanga un leader nella gestione della sincope in Europa, la situazione sta peggiorando. La riduzione del personale e delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale ha portato a una diminuzione dei centri certificati, il che limita l'accesso a diagnosi e trattamenti appropriati.


Per affrontare questo problema, Brignole suggerisce che ogni provincia italiana dovrebbe almeno avere un centro sincope, o una struttura dedicata all'interno di una delle 225 ASL del paese, per garantire una distribuzione equa e migliorare l'efficienza del sistema sanitario. Studi hanno dimostrato che la presenza di unità specializzate riduce i costi sanitari, riduce gli errori diagnostici e limita la necessità di ricoveri inutili.


Infine, gli esperti GIMSI consigliano di adottare alcune semplici precauzioni per prevenire la sincope, come sdraiarsi immediatamente se si avvertono i primi sintomi, sollevare le gambe per favorire l'afflusso di sangue al cervello, e idratarsi correttamente.


REDAZIONE AISI

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