Dopo anni di attesa, il personale sanitario privato e delle residenze assistenziali reclama il rinnovo dei contratti. Richiesto un tavolo di trattativa per garantire equità salariale e diritti.
Si riaccende la mobilitazione nel settore della sanità privata e delle Rsa, con lavoratori e professionisti che tornano a chiedere il rinnovo dei contratti collettivi, bloccati rispettivamente da sei e tredici anni.

La situazione, denunciata più volte dagli operatori del settore, è ormai insostenibile e richiede un intervento urgente per garantire condizioni di lavoro dignitose e una retribuzione adeguata.
In una comunicazione ufficiale inviata al ministero della Salute e alla Conferenza delle Regioni, è stato richiesto l’avvio immediato di un tavolo di trattativa per definire nuove regole contrattuali e introdurre misure stringenti nei confronti delle strutture che non rispettano gli accordi collettivi.
Sanità privata e grandi profitti: la denuncia del personale
L’assenza di un rinnovo contrattuale per oltre 200mila lavoratori del comparto rappresenta una grave ingiustizia, soprattutto considerando i bilanci in attivo e gli utili milionari di molte realtà della sanità privata. La richiesta avanzata è chiara: nessun trasferimento di fondi pubblici a strutture che non garantiscono condizioni lavorative eque.
"Chi opera nella sanità deve avere gli stessi diritti e lo stesso salario, indipendentemente dal fatto che lavori nel settore pubblico o privato" – si sottolinea nel comunicato. È quindi indispensabile che il nuovo contratto collettivo nazionale venga adeguato ai livelli retributivi del pubblico impiego, riconoscendo il valore del personale sanitario che ogni giorno si occupa dell’assistenza ai più fragili.
Mobilitazioni in tutta Italia: “Il tempo dell’attesa è finito”
Di fronte alla mancanza di risposte concrete, si preannuncia una nuova ondata di proteste e mobilitazioni su tutto il territorio nazionale. Il personale sanitario privato e delle Rsa è pronto a scendere nuovamente in campo con iniziative di sensibilizzazione, manifestazioni e presidi presso le strutture sanitarie.
"La battaglia per i diritti non si ferma – è il messaggio dei promotori dell’iniziativa – Andremo avanti fino a quando non verranno riconosciuti diritti, dignità e retribuzioni adeguate per chi ogni giorno garantisce cure e assistenza alla popolazione".
La richiesta di un intervento immediato da parte delle istituzioni diventa dunque sempre più pressante: il tempo delle promesse è scaduto, ora servono risposte concrete.
REDAZIONE AISI
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