Risparmiare si può. Ecco come. Prevenzione, aumento delle risorse e formazione: sono queste le parole chiave per migliorare il nostro Servizio sanitario nazionale, secondo Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs.
Prevenzione, aumento delle risorse e formazione: sono queste le parole chiave per migliorare il nostro Servizio sanitario nazionale, secondo Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, intervistato da 'La Repubblica'.
"Al servizio sanitario pubblico certo servirebbero più soldi, ad esempio per alzare gli stipendi a medici e infermieri, sottopagati rispetto alla media europea. Ma abbiamo ancora tante spese eccessive", quindi "grandi margini di risparmio" soprattutto attraverso la prevenzione.
Che andrebbe insegnata "un'ora alla settimana dalle elementari" e adottata come parametro in base al quale anche i medici "dovrebbero essere giudicati", spiega.
Come intervenire
Garattini cita, ad esempio, i malati di diabete di tipo2, ben 4 milioni in Italia. È “una malattia evitabile che dà molti tipi di complicazioni. Il 40% dei tumori è evitabile, ma nel nostro Paese ogni anno muoiono di cancro 180mila persone.
Dobbiamo fare prevenzione" e in questo senso "c'è bisogno di una rivoluzione culturale, perché ci siamo dimenticati che non tutte le malattie piovono da cielo. Abbiamo sviluppato un sistema che si è concentrato tutto sulle cure, delle quali c'è un grande mercato, che vuole crescere come tutti i mercati.
E invece dobbiamo combatterlo, intanto riducendo il numero delle diagnosi evitabili". Diversi i fronti su cui intervenire. "Ci sono 12 milioni di fumatori nel nostro Paese, in una condizione di rischio per ben 27 malattie. L'alcol, inoltre, è cancerogeno ma non facciamo niente per ridurne il consumo.
Lo Stato, del resto, incassa soldi dalla vendita di questi prodotti. Ma se avesse meno entrate di questo tipo, allo stesso tempo spenderebbe molto meno per curare le malattie. Dovrebbe aumentare il prezzo delle sigarette", ribadisce il farmacologo, però "lo Stato ha paura di adottare certe decisioni".
"Dobbiamo anche formare i dirigenti sanitari - continua Garattini - ma purtroppo non abbiamo una scuola superiore di sanità. Se queste figure, oggi scelte dalla politica, fossero preparate, avrebbero una cultura della prevenzione.
Neanche i medici di medicina generale lavorano sulla prevenzione, ma dovrebbero essere giudicati sulla loro capacità di farla. Ad esempio, se un dottore su 1.500 assistiti ha 200 fumatori e 100 obesi, bisogna valutare se, dopo un certo periodo, è riuscito a migliorare questi numeri. E poi nessuno insegna la salute a scuola. Ci vorrebbe un'ora alla settimana dalle elementari dedicata ai temi degli stili di vita corretti e della prevenzione".
Settore farmaci
Per il padre dell'Istituto Mario Negri, anche nel settore dei farmaci “ci sono grandi margini di risparmio.
L'ultima revisione del prontuario terapeutico, l'elenco dei medicinali rimborsati dal sistema sanitario, è stata fatta nel 1993. Se eliminassimo i doppioni, si potrebbero trattare prezzi di gara migliori.
E il risparmio varrebbe miliardi. Invece abbiamo 7 statine, usate contro il colesterolo, e 70 farmaci per il diabete diversi, tra l'altro senza sapere se uno è meglio dell'altro perché non si fanno studi comparativi.
Certo, se si riducono i farmaci autorizzati c'è il ricatto occupazionale dell'industria e i politici cedono. Ma noi dobbiamo dire se il Servizio sanitario nazionale è fatto per dare lavoro o per occuparsi dei malati".
Sempre in materia di farmaci, come ridurre la spesa 'out of pocket', quella del privato cittadino, oggi molto alta? "Siamo immersi nella pubblicità - osserva Garattini - spendiamo 5 miliardi all'anno in integratori alimentari. Sono prodotti che fanno bene a chi li vende, non c'è prova che funzionino. Invece sono presentati come medicinali, che risolvono problemi, dall'invecchiamento ai dolori al ginocchio o alla pancia. Ancora oggi", inoltre, "la gente spende 300 milioni all'anno per i farmaci omeopatici, che non contengono nulla. Poi ci sono i farmaci da banco, in libera vendita".
REDAZIONE AISI
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