Gravissimi disordini e momenti di vero terrore, questa notte, presso la Casa circondariale di Bari: un'infermiera è stata sequestrata e presa in ostaggio da alcuni detenuti, un agente è stato picchiato selvaggiamente.
Sul posto ambulanze e forze dell’ordine. Si registrano numerosi feriti. La rivolta, che avrebbe coinvolti numerosi detenuti, è partita dalla protesta di due reclusi che non volevano rientrare nelle proprie celle.
La violenta protesta è esplosa alle 19.30 tra i detenuti della seconda sezione del penitenziario barese e solo successivamente, e senza non poca fatica, è stata placata dagli agenti.
Nel frattempo alcuni detenuti hanno preso in ostaggio un'infermiera e l'ambulatorio è stato ripulito di tutti i farmaci.
L'operatrice sanitaria è stata poi liberata dall'aggressione e rilasciata: è ferita, sarebbe stata picchiata con calci e pugni, ed è stata trasportata al Policlinico così come l'agente che ha subito il pestaggio.
Nel carcere di Bari sono poi arrivati i rinforzi: i poliziotti liberi dal servizio e i colleghi di altri istituti di pena della regione sono stati richiamati nella casa circondariale barese. Sindacati e agenti sono sul piede di guerra.
L'allarme lanciato dagli agenti. Dalle primissime e ancora disarticolate notizie che ci giungono, alcuni detenuti di una sezione detentiva avrebbero sequestrato un’infermiera e aggredito violentemente l’appartenente alla Polizia penitenziaria in servizio, che cercava di impedirlo. Sarebbero stati richiamati gli agenti di riposo e altri sarebbero stati inviati da diverse carceri della regione.
La denuncia. «La situazione nelle prigioni, come avevamo previsto e denunciato, è sempre più esplosiva e non bastano certo i vaderetrum, che illuminano come le lampadine di Natale, del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ad arginarla. Anzi, sono proprio le direttive incoerenti e talvolta inattuabili a ingenerare ulteriore confusione fra gli operatori, che continuano a essere abbandonati a sé stessi, nonostante la propaganda di governo», tuonano i sindacati della polizia penitenziaria.
«A Bari, peraltro, a fronte di 252 posti disponibili, sono presenti ben 390 detenuti, gestiti da 220 poliziotti penitenziari quando ne servirebbero almeno 449. Ormai il Re è nudo, è chiaro a tutti che il decreto carceri e la sua conversione in legge non sono serviti e non serviranno a nulla.
La premier, Giorgia Meloni, sospenda le ferie e convochi una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri per affrontare compiutamente l’emergenza».
«Nella trepidante speranza che i disordini a Bari possano rientrare senza particolari conseguenze, serve subito deflazionare la densità detentiva (la Puglia è peraltro la regione che ha il maggior sovraffollamento), dare respiro al Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, con tangibili assunzioni straordinarie, garantire l’assistenza sanitaria e riorganizzare complessivamente il sistema ormai alla deriva. Settembre potrebbe essere troppo tardi».
REDAZIONE AISI
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