L’Organizzazione mondiale della sanità lancia un appello alla comunità internazionale affinché si faccia pressione sugli Stati Uniti, con l’obiettivo di bloccare la decisione di Washington di ritirarsi dall’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite.

Il direttore generale dell’ente sanitario ha avvertito, nel corso di un incontro riservato con i rappresentanti diplomatici, che l’uscita degli Usa comporterebbe un grave svantaggio per la stessa amministrazione americana, privandola dell’accesso a informazioni cruciali sui focolai di malattie infettive a livello mondiale.
Emergenze a rischio senza il sostegno finanziario statunitense
Secondo un documento riservato sul bilancio, la dipendenza economica dell’Oms dai fondi americani è significativa, in particolare per il programma dedicato alle emergenze sanitarie. Le operazioni più colpite sarebbero quelle attive in Medio Oriente, Ucraina e Sudan, aree già gravemente segnate da crisi umanitarie e conflitti.
I governi dei paesi membri stanno esercitando forti pressioni per gestire le ripercussioni di questa decisione, consapevoli che un’eventuale riduzione dei fondi metterebbe a rischio la capacità dell’agenzia sanitaria di rispondere con tempestività alle emergenze epidemiologiche.
Il peso di una scelta geopolitica sulla salute globale
L’eventuale uscita degli Usa non rappresenta solo un problema economico per l’Oms, ma un vero e proprio colpo alla cooperazione internazionale in tema di salute pubblica. Il ritiro di uno dei principali finanziatori potrebbe compromettere la capacità di risposta agli scenari emergenziali, aumentando il rischio di una minore condivisione di dati critici e ostacolando le strategie globali di prevenzione e contenimento delle epidemie.
L’appello dell’Oms mira dunque a evitare un vuoto istituzionale che potrebbe avere conseguenze dirette sulla gestione delle crisi sanitarie globali. La questione resta aperta e il mondo attende una risposta dalla Casa Bianca.
REDAZIONE AISI
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