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Nursing Up: infermieri sardi sul piede di guerra

Turni massacranti, stipendi inadeguati e demansionamento all’ordine del giorno.

De Palma: «Pieno appoggio alla possibile mobilitazione dei nostri colleghi sardi».


ROMA 2 OTT 2024 - «Sto seguendo, da giorni, con attenzione ed estrema preoccupazione, l’evolversi della crisi e del legittimo malcontento, giunto ad un reale punto di non ritorno, che avvolge come una morsa alla gola i nostri colleghi della Sardegna.


Mi sento più che mai vicino alle posizioni dei nostri iscritti che, in questo particolare momento storico, in un territorio come la Sardegna, dove le carenze e i deficit eternamente irrisolti sono all’ordine del giorno, hanno annunciato apertamente una possibile mobilitazione, stanchi e vessati da condizioni lavorative dove la qualità è pericolosamente colata a picco negli ultimi tempi. 


La voragine di professionisti dell’assistenza con gli organici ridotti all’osso, il demansionamento causato anche dalla perenne mancanza di Oss, i turni massacranti, la disorganizzazione che regna sovrana, la scarsa sicurezza dei pronto soccorsi, con i nostri infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti sanitari alle prese con la crescente rabbia dei pazienti, e soprattutto le retribuzioni non all’altezza del costo della vita, delineano un quadro desolante in realtà come l’Arnas Brotzu di Cagliari, e non solo, aprendo la strada ad una emergenza che non aveva mai toccato livelli di gravità così elevati.


Appoggiamo in pieno, pertanto, le richieste dei nostri dirigenti emerse dopo il sit-in di protesta di Oristano, ovvero che, ad oggi, gioco forza, servono assunzioni immediate ed è fondamentale riaprire la mobilità per consentire agli infermieri che lavorano fuori dalla Sardegna di ritornare sull'isola. 


E poi occorre finanziare progetti e prestazioni per coprire i turni perché chi è rimasto si sta licenziando per cambiare professione o passare al privato».


Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.


REDAZIONE AISI

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