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Nursing Up, De Palma: «Striscia la Notizia dà voce alla nostra battaglia»

La crisi della professione infermieristica diventa finalmente tema di riflessione e dibattito televisivo nazionale».

Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, annuncia con soddisfazione che la crisi della professione infermieristica, da tempo denunciata attraverso le strenue battaglie dal sindacato, ha trovato uno spazio di rilievo nella puntata del 13 novembre di Striscia la Notizia, il tg satirico più seguito d’Italia. 


La trasmissione, con un servizio incisivo di Francesco Mazza, ha dato risalto alla drammatica condizione degli infermieri italiani, mostrando alla collettività le criticità di una professione tanto cruciale quanto trascurata, dedicando alcuni minuti al tema della delicata realtà dei professionisti dell'assistenza, anche attraverso la voce e il volto di De Palma.

«Ringraziamo Striscia per aver sollevato con ironia ma anche con lucidità i temi che da troppo tempo denunciamo senza tregua e per aver chiesto il nostro intervento», dichiara De Palma. 


«Le aggressioni in continuo aumento, l’ingresso di armi nei pronto soccorsi, i turni massacranti che lasciano il personale sfinito, e stipendi che sono ai limiti della dignità, ormai del tutto insufficienti rispetto al costo della vita, e che ci vedono da tempo relegati al terz’ultimo posto in Europa, sono stati raccontati con realismo e quell'immancabile amara ironia che fa parte, da sempre, del modus operandi del programma».


Nel servizio, si evidenzia anche un aspetto tristemente noto: la fuga dei nostri professionisti all’estero, in cerca di quelle opportunità che il nostro Paese sembra davvero negare. 

Striscia la Notizia ha mostrato una scena emblematica, con un'infermiera raffigurata con sei braccia – una parodia amara della Dea Kali – che, proprio davanti al Parlamento, cercava di attirare l’attenzione di una politica sorda alle esigenze dei professionisti dell’assistenza. 

«È senza dubbio una simbologia potente», sottolinea De Palma, «che rappresenta infermieri costretti a svolgere “lavori forzati” per tenere in piedi un sistema che li lascia soli e disarmati contro violenze e condizioni insostenibili».


In un passaggio chiave del servizio, il giornalista ha raccolto dichiarazioni incredibili da parte di un deputato di maggioranza, appartenente a Fratelli d’Italia, che ha addirittura “liquidato” la fuga all’estero dei nostri infermieri come “una leggenda”. 


«Queste parole ci lasciano basiti e indicano una distanza abissale della politica dalle realtà quotidiane degli infermieri italiani», continua De Palma. 


«Come si può parlare di leggenda quando le statistiche parlano chiaro? Stiamo assistendo a un’emorragia di professionisti, con carenze che mettono a rischio l’intero sistema sanitario, con numeri indiscutibili che indicano in 48mila gli infermieri fuggiti all’estero negli ultimi 10 anni, con 6mila che hanno lasciato l’Italia solo nel 2023».


Striscia, attraverso la voce di De Palma, non risparmia critiche anche per la scelta del Governo di rinviare al 2026 il piano di assunzioni, mentre, per far fronte alle urgenze, decide di reclutare 10mila infermieri indiani. 


«Si sceglie di non investire sulle risorse interne, sulle eccellenze che abbiamo in casa e che da tempo attendono una legittima valorizzazione economica, lasciando i nostri infermieri in condizioni lavorative proibitive, e creando un distacco sempre più netto nei confronti di una professione che, oltre a perdere i pezzi giorno dopo giorno, ha sempre meno appeal sui giovani, lo dimostra il -54,2% da noi evidenziato attraverso il calo di iscrizioni a infermieristica degli ultimi 14 anni, passato da 46.281 nel 2010 a 21.178 nel 2024.


A questo punto, chiediamo con forza ai cittadini di unirsi alla nostra manifestazione del 20 novembre, con lo sciopero nazionale proclamato per la stessa giornata, per chiedere un intervento reale e l’immediato a sostegno nei confronti di chi garantisce ogni giorno il diritto alla salute di tutti».


Conclude De Palma: «È ora che le istituzioni aprano gli occhi e ascoltino le nostre richieste. Non siamo numeri o pedine da spostare a seconda della convenienza economica. Siamo i professionisti della salute, e meritiamo rispetto, sicurezza e giusta retribuzione».


REDAZIONE AISI

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