I risultati del sondaggio “Studio sui migranti sanitari” di CasAmica ODV. Per rispondere a questa emergenza, l’organizzazione di volontariato sta realizzando a Milano, scelta dal 25% dei migranti della salute, una nuova Casa che accoglierà fino a 80 persone al giorno.
IL FATTO
La mobilità sanitaria continua a crescere dopo gli anni più duri della pandemia da Covid. Il giro d’affari secondo i dati 2023 approvati ieri dalla Conferenza delle Regioni sfiora i 4,6 miliardi, in crescita rispetto ai 4,3 mld del 2022. Il fenomeno della migrazione per farsi curare fuori regioni che ogni anno coinvolge quasi un milione d’italiani conferma il suo essere endemico. Il trend, infatti, non cambia: è sempre un esodo da Sud verso Nord.
Anzi a voler essere precisi principalmente gli italiani si spostano in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana che rappresentano le principali regioni che hanno un saldo attivo (il rapporto tra i pazienti provenienti da altre regioni e tra quella della regione che vanno a curarsi fuori). In generale sono solo sette le Regioni ad essere in attivo mentre le altre 14 hanno saldi negativi.
In testa c’è sempre la Lombardia con un attivo di 579 milioni, seguita dall’Emilia Romagna con 465 mln. Sul terzo gradino del podio il Veneto con 189 mln. A seguire la Toscana con 58 mln, il Molise (22 mln), Pa Bolzano (1 mln) e Pa Trento con 2,8 mln. In attivo poi ci sono il Bambino Gesù (246 mln) e l’Acismom (42 mln).
Tutte le altre 14 regioni sono in passivo. La Calabria è in cima alla lista (-294 mln) seguita da Campania (-285 mln), Sicilia (-221 mln), Puglia (-198 mln), Lazio (-171 mln), Liguria (-99 mln), Abruzzo (-90 mln), Sardegna (-82 mln), Basilicata (-71 mln), Marche (-47 mln) Umbria (-31 mln), Valle d’Aosta (-11 mln), Piemonte (-8 mln) e Friuli-Venezia Giulia (-6 mln).
INDAGINE CASAMICA
Un milione di Italiani residenti al Sud e nelle isole, negli ultimi tre anni, è stato costretto a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche. È quanto emerge dal sondaggio “Studio sui migranti sanitari” realizzato da CasAmica, organizzazione di volontariato che dal 1986 si occupa di accogliere presso le proprie strutture in Lazio e Lombardia i migranti della salute e le loro famiglie.
Dallo studio emerge anche che il 41% degli italiani del Sud e delle Isole si dichiara complessivamente poco soddisfatto del sistema sanitario regionale e che ben il 44% ritiene che negli anni il servizio sanitario regionale sia peggiorato. In particolare, gli aspetti considerati più critici sono: le liste attesa per esami diagnostici e visite ospedaliere nel servizio pubblico (82%), i servizi ospedalieri in generale (65%) e i servizi ambulatori e specialistici (62%).
Il sondaggio
L’analisi è stata realizzata su un campione rappresentativo di cittadini residenti in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna con età compresa tra i 35 ai 65 anni di età, al fine di studiare la migrazione sanitaria e le motivazioni che spingono i malati a cercare cure fuori dalla propria regione. In Italia il fenomeno è in costante crescita, basti pensare che solo nel 2023 l’organizzazione ha registrato un aumento di ben il 25% delle richieste di supporto, offrendo complessivamente 43mila notti di accoglienza alle persone malate e ai loro familiari. Per rispondere a questo aumento del bisogno, l’organizzazione di volontariato CasAmica sta realizzando alle porte di Milano una nuova struttura che potrà ospitare fino a 80 persone al giorno. La nuova casa sorgerà nel comune di Segrate – nei pressi di importanti poli di eccellenza sanitaria quali l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Istituto Neurologico Carlo Besta e l’IRCSS Ospedale San Raffaele – e rappresenterà un’importante risorsa per il 25% dei migranti della salute che, secondo il recente studio, ogni anno raggiungono il capoluogo lombardo per sottoporsi a cure mediche spesso salvavita.
L’impegno di CasAmica
“Dalla fotografia scattata dallo ‘Studio sui migranti sanitari’ emerge in modo chiaro come nel nostro Paese esista una disparità di accesso alle cure tra chi abita al Nord e chi risiede al Sud e nelle Isole – dice Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica- .Una ingiustizia – aggiunge – che tocchiamo con mano ogni giorno con gli ospiti delle nostre case, spesso costretti ad affrontare più volte l’anno viaggi di centinaia di chilometri e lunghe permanenze lontano da casa con pesanti conseguenze sia emotive che economiche. Noi di CasAmica, da quarant’anni, ci impegniamo ad aiutarli non solo offrendo loro una “casa” ma anche servizi e sostegno psicologico, grazie al lavoro quotidiano degli operatori e di oltre cento volontari. È proprio per poter fare di più che nasce la nuova struttura di CasAmica: la settima in Italia e la quinta in Lombardia, la più grande, progettata per dare risposte concrete alle esigenze dei beneficiari e delle loro famiglie. Un progetto che ha bisogno del supporto di tutti”.
I dati
Dallo “Studio sui migranti sanitari” emerge che 14,3 milioni di cittadini, pari all’81% del campione esaminato, negli ultimi tre anni hanno avuto bisogno di cure mediche per sé o per i propri familiari. Tra questi, ben un milione di cittadini provenienti dalle regioni del Sud Italia e delle isole ha scelto di curarsi in una regione diversa dalla propria per motivi legati all’opportunità di ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%) o addirittura alla concreta impossibilità di ricevere cure adeguate alla propria patologia nella regione di provenienza (32%). Dallo studio emerge che gli italiani residenti nel Sud e nelle isole si spostano principalmente verso Lazio (37%) e Lombardia (32%), che risultano le principali destinazioni di coloro che hanno usufruito di cure in una regione diversa dalla propria. Tutto questo si traduce in un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle loro famiglie. Secondo il sondaggio, infatti, il 60% degli intervistati denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% dichiara che avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati.
La richiesta di sostegno psicologico
Oltre all’aspetto puramente economico, i migranti della salute hanno espresso anche altre esigenze come la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%) e mezzi di trasporto per raggiungere l’ospedale (43%), servizi che CasAmica si impegna a potenziare anche attraverso la realizzazione della nuova struttura. Chi si è rivolto ad un centro di cura fuori dalla propria regione vi si è recato in media almeno tre volte (38%) e accompagnato da un familiare (75%), con una permanenza media del soggiorno di otto giorni. Tra i cittadini che hanno scelto negli ultimi tre anni di curarsi, invece, nella propria regione di provenienza emerge che la decisione è stata legata a costi alti degli spostamenti (26%), lunghi tempi di spostamento (19%), costi elevati degli alloggi (15%) e impossibilità a lasciare famiglia (14%) e lavoro (12%), oltre che la conoscenza di un medico specialista (25%), il consiglio del medico di famiglia (22%) e la presenza di un centro specializzato sul territorio (20%).
REDAZIONE AISI
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