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Medici SSN: nuovi meccanismi per recuperare le ore extra



Sul recupero delle ore extra lavorate dai medici ospedalieri non tutte le “letture” sindacali convengono che il contratto 2019-21 firmato quest’anno sia migliorativo. Vediamo perché. Il nuovo contratto fissa un orario di 38 ore settimanali articolato su 5 o 6 giorni settimanali e conferma il diritto del sanitario al riposo consecutivo giornaliero non inferiore a 11 ore (Dlgs 66/03).


Nell’ art. 27 (orario di lavoro dei dirigenti) si stabilisce che: “L’orario di lavoro dei dirigenti è di 38 ore settimanali ed è funzionale all’orario di servizio e di apertura al pubblico nonché al mantenimento del livello di efficienza raggiunto dai servizi sanitari e per favorire lo svolgimento delle attività gestionali e/o professionali, correlate all'incarico affidato e conseguente agli obiettivi di budget negoziati a livello aziendale, nonché quelle di didattica, ricerca ed aggiornamento“.


Le ore lavorate in più, come in passato, si considerano utili al raggiungimento degli obiettivi e dei programmi di lavoro concordati.


Sono definite per ogni dirigente entro un numero di ore che si ottiene dall’applicazione di un algoritmo predefinito i cui determinanti sinteticamente sono: al numeratore la retribuzione di risultato annuale e al denominatore un valore divisore pari a 40.


L’eventuale ulteriore impegno orario rispetto a quello ricompreso nella retribuzione di risultato, che è legata al raggiungimento d’obiettivi prestazionali, non può essere monetizzato ma va recuperato dal lavoratore “anche a giornate intere compatibilmente con le esigenze organizzative, nell’anno di riferimento o entro i primi 6 mesi dell’anno successivo” o nei successivi ulteriori sei mesi ove il recupero non sia stato ancora possibile per motivi organizzativi. Il recupero delle ore eccedenti quelle definite dall’algoritmo va comunque tracciato dai sistemi di rilevazione dell’ospedale e asseverato dal primario.


Secondo Alberto Pozzi presidente del Sindacato Medici Italiani (SMI) in Veneto, anziché risolvere l’annoso problema dell’eccedenza oraria resa dai medici della dirigenza, l’articolo 27 rischia di ingessare l’organizzazione del lavoro e di peggiorare il clima organizzativo. Spiega Pozzi: «L’orario generato dall’applicazione dell’algoritmo per stabilire il monte ore compensato dal trattamento di risultato genera un numero di ore largamente inferiore rispetto alla media di ore annue rese in eccedenza dalla maggior parte dei medici ospedalieri.


Per quanto ho potuto rilevare nella mia Regione, la media di ore in eccesso per ogni dirigente è notevolmente superiore a quella calcolata applicando l’algoritmo. L’ampia eccedenza oraria è spesso conseguenza della carenza di personale che si è strutturata nelle realtà operative ospedaliere.


Se nei reparti di degenza con gravi carenze di organico si applicasse il recupero delle ore eccedenti a quelle generate dall’algoritmo bisognerebbe sospendere le attività assistenziali per lunghi periodi.


Questo è ovviamente impossibile dato il mandato delle aziende sanitarie correlato al loro profilo giuridico».«Per di più –continua Pozzi– le ore generate dall’applicazione dell’algoritmo come previsto all’articolo 27, rappresentano una potenziale riserva oraria sulla cui consistenza calibrare obiettivi di budget incomprimibili per le Aziende. Inoltre, di fronte a situazioni di carenza di personale dove le ore extra lavorate sono molte di più, il recupero delle ore eccedenti come sopra spiegato, diventa potenzialmente virtuale. Il contratto infatti prevede che le ore eccedenti l’algoritmo siano asseverate dal direttore di Unità operativa complessa, sul quale le amministrazioni regionali e locali potrebbero far pressione in fase di verifica.


E comunque è escluso qualsiasi meccanismo di approvazione generale. Non solo: controllo e validazione delle ore extra implicano l’esistenza di strumenti oggettivi di programmazione dell’attività di servizio, come la definizione dei tempi della prestazione e dei piani di lavoro, e che ci sia una dotazione di personale adeguata agli obiettivi prestazionali richiesti. Nella situazione attuale, in cui molta parte del servizio è dedicata al contrasto alle liste d’attesa, non abbiamo tutto questo».


Pozzi si riserva di valutare “a un anno di distanza” gli effetti del nuovo articolo 27. «Auspico che le mie osservazioni siano smentite nella fase applicativa della nuova disciplina. In caso contrario, saranno imprescindibili nuove strategie di governance in particolare nuove assunzioni di personale medico e adeguamento delle modalità di budgeting alla sostenibilità degli obiettivi programmati».


REDAZIONE AISI

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