Le persone che durante la mezza età seguono un’alimentazione sana ed equilibrata sono associate a una probabilità maggiore di invecchiare in modo sano, riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiache o degenerative o cognitive.
A questa incoraggiante conclusione giunge uno studio, presentato dagli scienziati della Harvard TH Chan School of Public Health durante Nutrition 2024, l’incontro annuale dell’American Society for Nutrition.
Il gruppo di ricerca, guidato da Anne-Julie Tessier, ha utilizzato i dati relativi a una coorte di oltre 106mila persone, che sono state seguite dal 1986 per 30 anni.
Al momento dell’arruolamento, i partecipanti avevano almeno 39 anni, e non avevano mai manifestato segni di malattie croniche. I ricercatori hanno raccolto informazioni sull’alimentazione dei volontari attraverso questionari somministrati ogni quattro anni. Gli autori hanno confrontato i tassi di invecchiamento sano tra le persone nei quintili più alti e più bassi per l’aderenza a otto diversi modelli dietetici, considerati positivi per la salute sulla base di lavori precedenti.
Nel 2016, riportano gli esperti, quasi la metà dei partecipanti allo studio non aveva raggiunto l’età di 70 anni, e solo il 9,2 per cento del campione iniziale aveva mantenuto una buona salute fisica, cognitiva e mentale.
Le persone che aderivano a un modello dietetico salutare durante i 40 anni, però, erano associate a una probabilità tra il 43 e l’84 per cento più elevata di superare il traguardo dei 70 anni con una buona condizione fisica, cognitiva e mentale. “I modelli nutrizionali più favorevoli – afferma Tessier – erano quelli ricchi di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani. Il nostro lavoro dimostra che le abitudini alimentari adottate a 40 anni hanno impatto positivi per l’organismo a lungo termine”. In effetti, osservano gli autori, è noto da tempo che un’alimentazione sana gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione del rischio di malattie croniche, migliorando al contempo la salute cardiovascolare.
Stando a quanto emerge dall’indagine, il regime più efficace era l’alimentazione sana alternativa, incentrata sulle linee guida nutrizionali per gli americani (DGA). I partecipanti che nella mezza età si erano attenuti a queste indicazioni avevano una probabilità dell’84 per cento di godere di buona salute a 70 anni.
Anche la dieta per insulinoresistenza è risultata molto positiva, con una correlazione del 78 per cento di favorire un invecchiamento sano.
Questo approccio si basa su un’assunzione limitata di zuccheri semplici e carboidrati raffinati, favorendo invece il consumo di verdure non amidacee, frutta a basso contenuto di zuccheri, cereali integrali, legumi, e proteine magre. La dieta per la salute del pianeta, la dieta mediterranea alternativa e la dieta dietetica per fermare l’ipertensione (DASH) erano associate rispettivamente al 68, 67 e 66 per cento di sostenere l’invecchiamento sano. L’alimentazione a base vegetale sembrava aumentare le chance di buona salute in età avanzata del 43 per cento.
Gli studiosi hanno poi considerato abitudini come sport e attività fisica, notoriamente correlati a un effetto positivo sull’organismo. Anche dopo l’aggiustamento, la correlazione tra alimentazione e salute in vecchiaia è rimasta un fattore determinate per il rischio di sviluppare malattie.
“Questo lavoro – scrivono gli autori – si basava su dati auto-riferiti in merito a modelli alimentari adottati durante la mezza età. Nei prossimi approfondimenti sarà interessante valutare quanto le abitudini nutrizionali possano influenzare l’invecchiamento sano durante altri periodi della vita”. “Uno degli aspetti degni di nota dei nostri risultati – conclude Tessier – riguarda l’associazione tra una buona salute in vecchiaia e l’adozione di un modello alimentare positivo per il pianeta. Questo regime enfatizza il consumo di frutta, verdura, cereali integrali, proteine vegetali e grassi sani da fonti sostenibili, limitando l’assunzione di proteine di origine animale e alimenti ultraprocessati. Ciò significa che possiamo seguire una dieta positiva e sostenibile sia per la salute umana che per il pianeta”.
REDAZIONE AISI
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