È pronta la bozza del decreto attuativo del Dl Liste d'attesa in cui vengono fissate le linee guida per la costruzione della Piattaforma nazionale liste di attesa, che servirà a monitorare
il rispetto dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie.
Si tratta delle 'Linee guida di realizzazione, funzionamento e interoperabilità della piattaforma nazionale liste di attesa (Pnla)'.
La Pnla è istituita presso l'Agenas ed è finalizzata a realizzare l'interoperabilità con i Centri unici di prenotazione (Cup) relativi a ciascuna regione e provincia autonoma. la piattaforma si propone di garantire a livello nazionale il monitoraggio relativo a: misurazione delle prestazioni in lista di attesa su tutto il territorio nazionale; disponibilità di agende sia in regime Ssn sia in regime Alpi (attività libero-professionale intramuraria); tempi di attesa in relazione alle classi di priorità; verifica dei percorsi di tutela previsti dal Piano nazionale governo liste di attesa; appropriatezza e rispetto dei criteri Rao (Raggruppamenti di attesa omogeni).
Le linee guida sottolineano inoltre che "possono fruire dei servizi erogati dalla Pnla i cittadini e le associazioni: potranno accedere in maniera trasparente a dati in tempo reale sul monitoraggio e verificare gli indicatori predisposti per i tempi di attesa. Personale coinvolto nella gestione delle liste di attesa: rientrano in questa categoria gli addetti ai lavori delle Direzioni Sanitarie, delle Amministrazioni Regionali e Centrali impegnate nel governo e monitoraggio delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie".
Le linee guida stabiliscono e descrivono "l'architettura tecnica" della piattaforma, basata su alcuni principi: interoperabilità ("deve supportare le comunicazioni e le collaborazioni tra diversi sistemi"), modularità, affidabilità, flessibilità, trasparenza e tracciabilità. Vengono indicate anche misure di sicurezza per l'interoperabilità tra il Centro unico di prenotazione (Cup), piattaforme regionali e piattaforma unica.
L’analisi Gimbe
Nel frattempo, un'analisi della Fondazione Gimbeha evidenziato come siano soltanto 6 le Regioni che svettano per la trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa per le prestazioni sanitarie ambulatoriali e il Sud si rivela in difficoltà: la Puglia è l'unica Regione "promossa" nel Mezzogiorno.
Si tratta di una prima istantanea, in attesa del monitoraggio ufficiale del ministero della Salute, relativa al monitoraggio ex-ante dei tempi di attesa, che rileva in un determinato periodo la differenza in giorni tra data di prenotazione e data assegnata per l'erogazione della prestazione". Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Umbria e Veneto sono le sei regioni in testa alla classifica della trasparenza, riportando sia i dati aggregati a livello regionale che i valori delle singole aziende sanitarie.
Sette le regioni escluse dal monitoraggio: Basilicata, Campania e Lombardia perchè non dispongono di un portale unico con i dati del monitoraggio ex-ante, ma rimandano ai siti delle singole Aziende sanitarie; Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento e Sicilia in quanto, pur avendo un portale regionale unico, per il monitoraggio ex-ante riportano solo il dato storico (antecedente al 31 dicembre 2023).
"I tempi di attesa - dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione - sono oggi il sintomo più grave ed evidente della crisi organizzativa e professionale del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Questo crea pesanti disagi per i pazienti, peggiora gli esiti di salute e fa lievitare la spesa privata, che impoverisce le famiglie e può portare anche a rinunciare alle cure.
Ma, paradossalmente, a fronte della rilevanza del problema, non esiste una rendicontazione pubblica completa e trasparente sui tempi di attesa".
REDAZIONE AISI
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