Il presidente della Regione Lazio rilancia sulla necessità di una riforma che garantisca un servizio più efficiente ai cittadini. "Se una zona rimane scoperta, deve esserci la possibilità di intervenire"

Garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria capillare e funzionale passa da una riforma strutturale. La situazione attuale, secondo il presidente della Regione Lazio, non è più sostenibile: troppe difficoltà nell'accesso alle cure di base, territori privi di medici di riferimento, continui negoziati per garantire anche i servizi più essenziali.
"La gestione attuale dei medici di famiglia non è adeguata alle esigenze reali. Se una periferia resta senza un medico a causa di un pensionamento, non posso rimanere in attesa di una soluzione incerta. Serve la possibilità di riorganizzare il servizio in modo efficace", sottolinea il presidente.
Un sistema da ripensare
L’attuale convenzione, siglata di recente, non basta. "Le Regioni devono avere margine di azione, esattamente come accade per la gestione del personale ospedaliero. La possibilità di stabilire dove e per quanto tempo un medico debba essere operativo non può essere oggetto di trattative continue. Chi ha bisogno di una visita o di una prescrizione non può trovarsi davanti a uno studio chiuso".
La riforma è ancora in fase di definizione, ma il confronto tra le Regioni punta a una svolta rapida. Le criticità del sistema attuale pesano sui cittadini e si ripercuotono sul funzionamento dei Pronto soccorso, spesso presi d'assalto da chi non ha alternative sul territorio.
Oltre la convenzione, una revisione necessaria
"La medicina generale costa oltre quattro miliardi all'anno, ma l'efficienza del servizio non è proporzionale alla spesa. Se vogliamo garantire una campagna vaccinale efficace, dobbiamo ogni volta intavolare trattative con i medici per prevedere incentivi aggiuntivi. Non possiamo più permetterci un sistema così frammentato".
Dietro l’apparente staticità della medicina generale, si cela una privatizzazione silenziosa che rischia di trasformare il settore in un mercato regolato da logiche diverse da quelle del servizio pubblico. "Ci sono investimenti enormi su immobili e strutture, ma l’attenzione principale deve restare sui pazienti".
REDAZIONE AISI
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