L'adozione di sistemi integrati per raccogliere e gestire i dati sanitari è un passo fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza e garantire l'equità nell'accesso alle cure.

Un sistema sanitario che sa utilizzare i dati in modo intelligente è capace di personalizzare i trattamenti in base alle esigenze individuali, promuovere azioni preventive in risposta a tendenze sanitarie emergenti e potenziare la ricerca scientifica, agevolando la raccolta di risultati significativi e applicabili su larga scala.
Un editoriale recente pubblicato su una rivista scientifica internazionale ha messo in evidenza le carenze del sistema sanitario italiano, in particolare la frammentazione e l'incompatibilità dei sistemi di raccolta e condivisione dei dati, che rallentano l’efficacia dell’assistenza.
L'Associazione Medici Diabetologi (Amd), consapevole della necessità di una gestione più centralizzata dei dati, ha scelto di puntare su un sistema informatizzato che permettesse di monitorare e valutare la qualità dell’assistenza per i pazienti diabetici.
I dati raccolti attraverso gli Annali Amd, che monitorano l’andamento delle cure per oltre 600.000 pazienti in tutta Italia, sono utilizzati da circa 300 centri specializzati distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Questo sistema di raccolta dei dati reali, che dura ormai da quasi 20 anni, consente a ciascun centro di confrontare i dati attuali con quelli passati, auto-valutandosi e individuando le aree di miglioramento.
Questo approccio ha contribuito significativamente ad aumentare la qualità delle cure diabetologiche fornite dal Servizio Sanitario Nazionale.
Gli Annali Amd, inoltre, rappresentano uno degli archivi sanitari più rilevanti a livello mondiale. L'Associazione ha avviato una collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) - Europa e con la Federazione Internazionale del Diabete (Fid) - Europa per esportare il modello italiano in altri paesi, molti dei quali non dispongono ancora di sistemi di monitoraggio per l’assistenza ai pazienti diabetici. L’auspicio è che questo modello possa essere esteso anche ad altre aree terapeutiche.
Il rafforzamento di un sistema sanitario in grado di raccogliere e condividere i dati in modo centralizzato è sempre più necessario, soprattutto in un’epoca in cui le malattie croniche multiple rappresentano una delle sfide sanitarie più urgenti.
Gestire la multicronicità richiede una stretta collaborazione tra più professionisti della salute, tra cui medici di base, specialisti e altre figure come infermieri, psicologi e farmacisti. La presa in carico del paziente deve essere un processo integrato, gestito da un team di esperti che comunicano tra loro in modo continuo.
La centralizzazione dei dati gioca un ruolo fondamentale in questo modello, poiché garantisce la comunicazione fluida tra le diverse figure professionali, le strutture sanitarie e la medicina territoriale. Inoltre, un sistema unificato di raccolta dati aiuta a ridurre sprechi e costi inutili, per esempio evitando esami diagnostici duplicati e riducendo gli errori medici grazie alla visione complessiva della storia clinica del paziente.
Per raggiungere questo obiettivo, il nostro Paese deve investire in tecnologie avanzate e infrastrutture sicure per la gestione dei dati sanitari. Questo consentirebbe di costruire un futuro in cui ogni paziente possa ricevere un’assistenza sanitaria personalizzata, equa ed efficiente, contribuendo al miglioramento complessivo del sistema sanitario e alla sua sostenibilità a lungo termine.
REDAZIONE AISI
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