Raccomandazioni e modalità della campagna vaccinale.
“Un italiano su 4 si ammalerà, pressione elevata sui nostri studi, servono micro team”. È l’allarme lanciato da Scotti che annuncia l’avvio della campagna vaccinale.
Si parte già con la somministrazione dei vaccini anti-influenza, in ordine sparso nelle regioni italiane. Le campagne vaccinali partite in Toscana, Lazio, Lombardia, proseguiranno fino a metà ottobre.
"Quest'anno le dosi sono arrivate in tempi migliori rispetto al passato un po' in tutta la Penisola. Le differenze regionali però, non sono legate alla volontà di definire una data di partenza.
Tutto dipende dalle scelte logistiche che si mettono in campo", spiega Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Le vaccinazioni sono aperte per le fasce della popolazione previste dalle raccomandazioni ministeriali, quindi, sono disponibili per tutta la popolazione, e raccomandate prioritariamente per gli over 80, gli ospiti delle strutture per lungodegenti, le persone con elevata fragilità, in particolare i soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, gli operatori sanitari e sociosanitari.
Nelle prossime settimane l'influenza stagionale comincerà la sua corsa, "avviando anche un periodo di lavoro ancora più intenso nei nostri studi: il virus influenzale, infatti, porterà prevedibilmente dai 400 ai 500 pazienti in media ad ogni medico di famiglia, da seguire nei 3 o 4mesi di epidemia.
Si stima infatti che si ammalino circa 15 milioni di italiani - 1 su 4 - assistiti da 37mila camici bianchi di medicina generale”, spiega Scotti.
"Come ogni anno - sottolinea - ci sarà una grande pressione. Oltre alle visite si moltiplicheranno le telefonate, decine al giorno, i messaggi whatsapp, le mail.
Ci saranno le vaccinazioni da fare a una media di 500 pazienti per medico. Se si pensa poi che con la carenza di medici di famiglia il carico di pazienti per molti medici è aumentato, la situazione non è rosea.
E questo mentre qualcuno si diverte ad additare la nostra categoria come 'nullafacente'", aggiunge Scotti evidenziando la necessità di investire sulla medicina di famiglia per potenziarla.
"Oggi - precisa - il medico delle cure primarie ha assoluta necessità di personale di studio per garantire l'assistenza che viene richiesta". "Se c'è un medico da solo che deve gestire 1.500 pazienti, o addirittura 1.800 - rimarca il leader sindacale - questo significa vederne una media di oltre 100 al mese con visite domiciliari se sono fragili, visite in studio, certificati di malattia, prescrizioni.
Serve un micro-team di supporto al medico, con un assistente e un infermiere che possano gestire parte delle incombenze. Di conseguenza è necessario investire sulle cure primarie”. Il 7 ottobre inizieranno le somministrazioni la Lombardia, il Piemonte, la provincia autonoma di Trento, l'Umbria, la Valle d'Aosta e il Veneto. Segue la Puglia dal 9 ottobre; quindi, dal 14 è la volta di Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia, dal 15 la Sardegna, le Marche, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Calabria.
Il 16 sarà la volta della Liguria, il Molise aspetterà fino al 21 ottobre, mentre chiude la lista la Basilicata, che sta per chiudere la gara e dovrebbe partire I primi di novembre. Ancora incerta la data per l'Abruzzo, comunque dopo il 10.
"Sono possibili però variazioni nelle singole aziende sanitarie della stessa regione, dovute ai tempi di distribuzione delle dosi, che comunque sono arrivate prima dell'anno scorso", precisa il segretario della Fimmg Silvestro Scotti. "Quest'anno - aggiunge Scotti - l'influenza si manifesterà con sintomi più forti e una durata maggiore, perché il virus trova una memoria immunologica poco reattiva e l'organismo ha bisogno di più tempo per eliminarlo".
"Stamattina abbiamo avuto una partenza positiva" per la campagna vaccinale anti-influenza in Lombardia, con "già" le prime "3mila dosi prenotate" subito all'avvio "dai medici di famiglia. Mi pare che almeno siamo partiti col piede giusto.
Se questa è stata la prima risposta dei nostri medici di famiglia, magari significa che li abbiamo convinti ad essere ancora più partecipi, più presenti e più determinanti rispetto a quello che è successo negli anni passati. Perché, se guardiamo le coperture dell'anno scorso e ci concentriamo solamente sulla vaccinazione contro l'influenza, siamo su dei numeri che non sono particolarmente soddisfacenti.
Quindi ci vuole un impegno da parte di tutti per riuscire a recuperare quella grande attenzione che abbiamo avuto durante una vaccinazione che ci ha riguardato qualche anno fa e che è stata determinante per risolvere la grande tragedia del Covid". È la riflessione dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso. "L'influenza - ha ricordato - è comunque una patologia estremamente seria. Basta andare a vedere i numeri dell'anno scorso, di terapie intensive, decessi, e i costi esorbitanti sia di carattere economico che di carattere sociale.
Questo genere di informazione noi dobbiamo continuare a diffonderlo per rendere i cittadini sempre più consapevoli e protagonisti. Questo può accadere solo con il gioco di squadra che mettiamo in piedi praticamente ogni giorno, con una certa fatica".
REDAZIONE AISI
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