Iscrizioni in calo del 54,2% negli ultimi 14 anni! Passi da gigante verso il collasso del sistema assistenziale!».
L’autorevole report annuale del 2024 sulla formazione e l’occupazione nelle 23 professioni sanitarie, presentato, presso l’Università di Foggia, dal Dott. Angelo Mastrillo, traccia un quadro davvero preoccupante della situazione delle professioni sanitarie, e in particolare della professione infermieristica.
L’analisi mette in evidenza dati allarmanti sul progressivo calo di attrattività della professione infermieristica, come da noi già ampiamente denunciato e che, ci consente di avere l’occasione di effettuare, da parte nostra, ulteriori calcoli, si fa presto a realizzarli, arrivando ad evidenziare una perdita del 54,2% delle iscrizioni ai corsi di laurea dal 2010 al 2024, passando da 46.281 domande a 21.178.
Esordisce così nella sua disamina Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, che esprime profonda preoccupazione per i nuovi dati schiaccianti sulla crisi in atto emersi dal report sulle professioni sanitarie, come del resto già confermato dal sindacato nel recente Congresso Quadri Dirigenti e come è emerso anche dal Survey #LATUAVOCECONTA.
«La professione infermieristica rappresenta da sempre uno dei pilastri del sistema sanitario nazionale. Eppure, la drastica riduzione di domande di iscrizione, unita alla crescente insoddisfazione tra i professionisti già in servizio, delinea un futuro cupo per la sanità italiana. Il calo delle domande di ammissione è infatti solo un sintomo di un malessere più profondo che coinvolge tutti i livelli della professione».
Il dato delle professioni sanitarie: Infermieristica tra le più colpite
Il report in questione elaborato dal. Dott. Mastrillo ha evidenziato una riduzione complessiva delle domande per tutte le professioni sanitarie: da 66.686 del 2023 a 64.139 nel 2024, pari a un calo del 3,8%.
Ma è il dato di infermieristica a risultare tra i più critici. Le iscrizioni sono diminuite infatti del 7,7% rispetto allo scorso anno, con 1.779 domande in meno rispetto al 2023, nonostante un incremento di 376 posti disponibili.
Inoltre, il rapporto domande/posto (D/P) di infermieristica ha toccato il valore di 1.0, un dato allarmante se confrontato con altre professioni come fisioterapia, che ha un rapporto D/P di 6.6.
«Non possiamo ignorare che infermieristica continua a perdere attrattività e scivola sempre più in basso nella graduatoria delle professioni sanitarie più richieste. Nonostante il costante aumento dei posti disponibili, rimane elevato il numero dei posti vacanti», afferma De Palma.
«Il report non fa che confermare ciò che gli infermieri attraverso il nostro sindacato denunciano da tempo: senza misure strutturali per rendere più attrattiva la professione e senza una reale valorizzazione economica e sociale, continueremo a registrare un’emorragia di nuovi ingressi e una fuga di professionisti già formati».
Le conseguenze della carenza di infermieri sul sistema sanitario
La carenza di iscritti, in un contesto di crescente domanda di assistenza sanitaria e di invecchiamento della popolazione, rappresenta una minaccia concreta per la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. L’offerta formativa si è ampliata per rispondere alla necessità di infermieri, ma senza un numero sufficiente di studenti la professione rischia di svuotarsi. L’occupazione post-laurea nel settore ha registrato un calo dal 78,5% al 76,8%, segnale evidente di difficoltà persistenti nell’inserimento lavorativo.
Le regioni più colpite: i dati evidenziano un aumento dei posti di formazione in alcune regioni come il Lazio (+5%) e la Sicilia (+8,4%), ma nonostante ciò, molte università in tutta Italia registrano percentuali di posti vacanti superiori al 20%. Questo preoccupante divario tra l’offerta di formazione e la domanda rischia di mettere sotto pressione le strutture sanitarie.
Misure concrete e urgenti per salvare il futuro della sanità italiana
«Serve un piano straordinario per attrarre e trattenere i giovani nella professione infermieristica. E se la risposta delle istituzioni si limita solo all'ipotesi di importare 10mila infermieri indiani e alla creazione di una figura di supporto, come l'assistente infermiere, allora sì che la nostra preoccupazione raggiunge l'acme. Senza infermieri, la sanità pubblica è destinata a crollare.
È tempo che le istituzioni rispondano con azioni concrete per garantire il futuro del nostro sistema sanitario e la sicurezza delle cure per tutti i cittadini. Sono queste le ragioni di fondo che ci portano alla manifestazione del 20 novembre prossimo, nella cui giornata ci sarà anche l’annunciato sciopero nazionale», conclude De Palma.
REDAZIONE AISI
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