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Gaza: sanità in pezzi. E ora torna anche la poliomelite

885 vittime tra il personale sanitario, solo 16 ospedali parzialmente funzionanti, ad oggi, su 36. Ben 34 sono le strutture sanitarie già chiuse definitivamente, finite sotto le bombe israeliane. Riscontrato il primo caso di poliemelite a distanza di 25 anni.

La poliomielite era stata debellata a Gaza più di vent’anni fa, ma il mese scorso l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che il virus era stato trovato in campioni di liquami provenienti da siti di Khan Younis e Deir Al-Balah. Come previsto, in queste settimane è stato confermato un caso di poliomielite in un bambino di 10 mesi non vaccinato a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza.


La poliomielite oggi a Gaza è il risultato diretto della distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e delle restrizioni del governo israeliano su riparazioni e forniture. Insieme al sovraffollamento, allo sfollamento e a un sistema sanitario paralizzato, queste azioni hanno creato un ambiente favorevole alla diffusione del poliovirus nella Striscia.

Sono circa 640.000 i bambini di età inferiore ai 10 anni che hanno l’urgente bisogno di ricevere il vaccino contro la poliomielite. 


Oggi nella Striscia di Gaza, a quasi un anno dall'inizio del conflitto, mancano i più basilari strumenti di cura dei feriti, più di tutto occorrono, giorno dopo giorno, sempre più farmaci e sangue per evitare che la strage si aggravi ulteriormente, con la necessità di personale specializzato, soprattutto chirurghi, pediatri, ortopedici, anestesisti e infermieri pediatrici e di sala operatoria, mentre 17mila sono i bambini e 11mila sono le donne barbaramente uccise dalla guerra.


Gli sfollamenti, le precarie condizioni igieniche, la mancanza di acqua potabile (700 pozzi distrutti), rappresentano il desolante quadro della strage, mentre i feriti ammontano a oltre 92mila, e oltre 3500 sono i bambini che rischiano di morire senza cure adeguate, e ancora 25mila sono coloro che necessitano di essere trasportati all'estero per interventi specializzati, tra cui oltre il 50% minori. 


Non è finita qui perché ci sono anche i malati cronici, tra cui i 10mila pazienti oncologici, tra cui un'altissima percentuale di bambini, che hanno dovuto interrompere le delicate cure. I numeri raccontano la vergogna senza fine della guerra: 11mila sono i soggetti affetti da altre gravi patologie, 1.737.524 sono i contagiati da malattie infettive a seguito degli sfollamenti. Un genocidio bello e buono!


Come se non bastasse, però, come un fulmine a ciel sereno, è riesploso improvviso l'allarme poliomelite.


I FATTI. I funzionari sanitari palestinesi hanno accertato, nei giorni scorsi, il primo caso di poliomielite in un bambino di 10 mesi non vaccinato nella città gazana di Deir al-Balah.

I test effettuati nella capitale giordana Amman hanno confermato la diagnosi. Si tratta del primo caso, dopo anni di assenza della malattia, segnalato nell'enclave costiera, devastata dalla guerra tra Israele e Hamas dallo scorso ottobre.


La patologia, potenzialmente fatale e paralizzante, colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai cinque anni e si diffonde tipicamente attraverso l'acqua contaminata. Il Pakistan e l'Afghanistan sono gli unici Paesi in cui la diffusione della polio non è mai stata fermata.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto una pausa di sette giorni nei combattimenti per consentire alle agenzie di lanciare una campagna di vaccinazione in tutta la Striscia.


"Sappiamo come deve essere gestita una campagna di vaccinazione antipolio efficace.

Data la devastazione generale di Gaza, sarà necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95% durante ciascun ciclo della campagna, per prevenire la diffusione della polio e ridurne l'insorgenza".


Faccio appello a tutte le parti affinché forniscano subito assicurazioni concrete, garantendo pause umanitarie per la campagna".


Due cicli di vaccinazioni antipolio vanno effettuati per la fine di agosto e settembre, nel tentativo di prevenire la nuova diffusione della variante di poliovirus di tipo 2 (cVDPV2)".


Durante ciascun ciclo della campagna, il ministero della Salute palestinese (MoH), in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA) e altri partner, fornirà il nuovo vaccino orale antipolio di tipo 2 (nOPV2) a più di 640.000 bambini sotto i dieci anni di età.


Oltre 1,6 milioni di dosi di nOPV2, utilizzato per bloccare la trasmissione del cVDPV2, saranno consegnate nella Striscia di Gaza.

Le vaccinazioni saranno somministrate da 708 squadre presso ospedali, ospedali da campo e centri di assistenza sanitaria primaria in ogni municipalità della Striscia. Circa 2700 operatori sanitari, compresi i team mobili e gli operatori di prossimità, supporteranno la somministrazione in entrambi i cicli della campagna.


Il poliovirus è stato rilevato per la prima volta a Gaza a luglio in campioni ambientali provenienti da Khan Younis e Deir al-Balah. Le Nazioni Unite affermano che Gaza è stata libera dalla polio negli ultimi 25 anni.


Ma la polio non è l'unica sfida sanitaria che Gaza deve affrontare.

Secondo Oxfam, le forze israeliane hanno distrutto tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza e il 70% delle pompe di scarico, il che significa che molte strade sono inondate di acqua contaminata da liquami non trattati, il che rende l'ambiente ideale per la diffusione di malattie.


Questo è particolarmente vero durante i mesi estivi più caldi, quando zanzare e altri insetti proliferano e il cibo si deteriora più velocemente. Il rischio concreto è quindi del diffondersi di altre gravi patologie che una sanguinosa guerra come questa porta con se!


A causa del conflitto, la popolazione di Gaza è alle prese con un aumento di infezioni respiratorie, diarrea, scabbia e pidocchi, eruzioni cutanee, varicella, itterizia ed epatite A, oltre ad altri problemi di salute che difficilmente si diffondono al di fuori di Gaza perché è di fatto tagliata drammaticamente fuori dal resto della regione.


REDAZIONE AISI

 

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