L'evoluzione tecnologica e digitale corrono veloce, ci offrono cambiamenti indispensabili, in grado di migliorare nettamente, nella maggior parte dei casi, la qualità delle prestazioni lavorative. E questo accade in numerosi settori, compresa la sanità, dove, naturalmente, il talento, l'esperienza, le competenze e le qualità umane nell'approccio con il paziente, da parte dei professionisti, sono e continueranno ad essere la conditio sine qua non per elevare la qualità delle cure, quindi, di fatto, capisaldi di cui non possiamo fare a meno.
Indiscutibilmente, però, la ricerca, la formazione, la prevenzione, gli strumenti delle cure a disposizione di medici e infermieri, chiamati a essere sempre più specializzati per vincere le nuove sfide globali, non potranno che trarre beneficio dal cambiamento, senza dimenticare quanto potrebbe trarne giovamento anche la burocrazia sanitaria, chiamata ad un doveroso snellimento.
Siamo di fronte all'annunciata e fondamentale novità del Fascicolo Sanitario Elettronico. Vediamo insieme in cosa consiste e che tipo di evoluzioni è destinato a portarci in dote.
Quando hai fatto il primo vaccino contro Covid-19? Dove ho messo i risultati delle analisi del sangue? E la prescrizione del medico per acquistare quel farmaco?
Può capitare a tutte e tutti di perdere referti o materiali che contengono informazioni che sarebbe meglio tenere sempre a portata di mano.
Per evitare spiacevoli inconvenienti e aiutare medici e infermieri a ricostruire la storia clinica di un paziente, in Italia è in corso lo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 (Fse). Si tratta di un portale digitale in cui vengono registrate tutte le informazioni relative alla salute di cittadine e cittadini del nostro Paese. Un progetto pionieristico in Europa che dovrebbe vedere il suo completo sviluppo entro il 2026, secondo le indicazioni del Piano Pnrr.
Per cominciare, come annunciato mercoledì 12 giugno in conferenza stampa dal sottosegretario all'Innovazione Alessio Butti e dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, entro la fine del 2024 sarà possibile utilizzare il Fse su tutto il territorio nazionale per quattro prestazioni principali: la prenotazione di esami e visite, il pagamento di ticket sanitari, la consultazione dei referti medici e anche la scelta o il cambiamento del medico di base.
Il taglio della burocrazia
Il ministero della Salute, il dipartimento per la Trasformazione digitale, la conferenza Stato-Regioni e il Garante della privacy sono i protagonisti dell'implementazione di questo sistema che punta a essere disponibile e funzionante in maniera omogenea in tutte le regioni e potrà essere utilizzato anche da medici di base e pediatri di libera scelta. Basterà entrare nella piattaforma (il personale sanitario attraverso le modalità previste da ciascuna regione e i cittadini tramite Spid o la carta di identità elettronica) per consultare documenti come le prescrizioni di farmaci o il numero e il tipo di allergie di qualsiasi paziente autorizzi la visione dei dati; oppure per prenotare visite o scaricare referti medici senza dover tornare in ambulatorio.
Oltre a servire per gestire specialmente le situazioni di emergenza, a detta del sottosegretario Butti il fascicolo sanitario elettronico darà un importante contributo alla riduzione della burocrazia in ambito sanitario, andando incontro alle esigenze di medici e infermieri costretti a compilare (anche a mano) una importante mole di documenti per ciascun paziente, cosa che rischia di sottrarre tempo ed energie alla cura effettiva del malato.
La tutela dei dati
La condivisione dei dati da parte dei pazienti, tuttavia, non è obbligatoria, anzi. Premesso che tutte le informazioni caricate sul Fse saranno protette da privacy e non saranno distribuite a soggetti terzi, ciascuno di noi può decidere di oscurare tutti i pregressi clinici che si preferisce mantenere riservati. In questo senso, fino al 30 giugno sarà possibile anche negare il proprio consenso all'inserimento, all'interno del proprio Fse, dei documenti sanitari risalenti a eventi clinici antecedenti al 19 maggio 2020. Tale consenso, che servirebbe ad aumentare la quantità di informazioni di cui è dotato il Fascicolo alimentandone il funzionamento, può essere negato tramite il servizio on line “Fse - Opposizione al pregresso”.
Anche qui, per procedere sarà necessario fare ingresso nel portale tramite Spid, Carta d'identità elettronica o tessera sanitaria. Il Fse, spiega Butti "cambia davvero il rapporto tra sistema sanitario e paziente, e per accedervi e utilizzarlo non sarà necessario essere ingegneri". Un aspetto, questo, che riguarda anche l'avanzata età media del nostro Paese (48,4 anni, la più alta in Europa secondo Eurostat), tanto da portare i rappresentanti dell'esecutivo a promettere che il Fascicolo presenterà un'interfaccia semplice da utilizzare e alla portata di tutti.
Da oggi, inoltre, i cittadini potranno seguire l'andamento dei lavori di implementazione del Fascicolo sanitario elettronico 2.0, la cui completa operatività è prevista entro i prossimi diciotto mesi circa. Il Fascicolo - che funzionerà anche grazie a modelli di intelligenza artificiale, tra le altre cose utili a costruire modelli predittivi sui futuri sviluppi della vita clinica di un paziente - rientra nei finanziamenti previsti dal Pnrr. Oggi il lavoro del governo è quello di rendere il Fascicolo un "oggetto omogeneo di comunicazione sanitaria" tra regioni. In un secondo momento, poi, la condivisione dei dati sarà aperta agli altri Paesi europei, fattore utile, ad esempio, ai medici dei pazienti che viaggiano all'estero per motivi sanitari. Nell'ambito della conferenza stampa è stato inoltre presentato il logo del Fse 2.0: una croce sanitaria che si "trasforma" in pixel fluttuanti, effetto che vuole richiamare il processo di innovazione cui va incontro la sanità (pubblica e privata) del nostro paese.
REDAZIONE AISI
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