Ecoansia, il 95% dei bambini in Italia ne soffre: non è soltanto un fenomeno che colpisce gli adulti e le conseguenze possono essere anche più gravi.
La preoccupazione per il futuro dell'ambiente, "inculcata" da anni di legittime campagne di denuncia, con report autorevoli sulla costante evoluzione negativa che le conseguenze dei problemi climatici hanno e soprattutto potranno avere sulla nostra qualità della vita. e sulla nostra salute, stanno addirittura sfociando nel fenomeno dell'ecoansia da parte dei più piccoli.
Il 95% dei bambini in Italia soffre di ecoansia. È quanto rivelato da uno studio condotto dall’Università di Pavia in collaborazione con l’associazione ScuolAttiva Onlus e il Gruppo Sanpellegrino.
Il campione di indagine è stato composto da circa 1000 bambini di età compresa tra i 5 e 11 anni. È emerso che quasi la totalità di loro manifesta delle preoccupazioni in merito al futuro del pianeta in relazione al cambiamento climatico. Esse si possono manifestare in modi diversi, tra cui ad esempio gli incubi notturni sul tema.
Il motivo, secondo gli esperti, non è principalmente da ricondurre a eventi climatici estremi vissuti in prima persona come alluvioni e valanghe, bensì alla eccessiva esposizione mediatica a cui vengono sottoposti attraverso i telegiornali e dei programmi tv. Le discussioni sul tema infatti sono spesso al centro delle notizie, con la conseguenza che anche i più piccoli, spesso inconsapevolmente, assorbono informazioni importanti che non sono capaci di gestire nel modo migliore come invece può fare un adulto.
Come affrontare l’ecoansia dei bambini: non solo informazione
Una semplice e superficiale informazione sui temi relativi all’ambiente, nel caso dei bambini, non è dunque sufficiente per gestire il problema, perché può in molti casi essere fonte di ecoansia, senza portare a benefici. Gli esperti dell’Università di Pavia, dunque, hanno sottolineato che è necessario puntare piuttosto sull’istruzione, spiegando ai più piccoli che non devono sentirsi responsabili della situazione attuale ma che possono agire per cambiarla. È così che vengono instradati verso comportamenti corretti, senza stare male.
La professoressa Serena Barello, coordinatrice scientifica della ricerca, a tal proposito, ha ribadito la necessità di “investire su iniziative formative” che possono “proteggere le persone dall’esperienza di ecoansia, che rappresenta un fattore di rischio per disturbi della salute mentale”. Nel caso dei più piccoli, però, è indispensabile l’aiuto degli adulti, che devono sostenerli in questo periodo importante e complesso della loro vita.
REDAZIONE AISI
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