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Immagine del redattoreAISI

Dipendenze in aumento, ma sempre meno personale nei servizi Ser.D

La situazione dei Servizi per le Dipendenze (Ser.D) in Italia è a dir poco drammatica. Il nuovo Rapporto Tossicodipendenze 2023 del Ministero della Salute evidenzia una grave carenza di personale e un aumento degli utenti, tracciando un quadro di criticità che mette a rischio la sostenibilità dell’assistenza per chi soffre di dipendenze.

Mentre il numero di Ser.D attivi nel Paese è stabile, con 570 centri nel 2023 rispetto ai 561 del 2018, la dotazione di personale è diminuita del 6%: dai 6.223 operatori del 2017 si è passati a 5.843 unità nel 2023.


Nel contempo, il numero di soggetti in carico per dipendenze è cresciuto da 127.977 nel 2018 a 132.195 nel 2023, evidenziando un incremento di circa il 3%.


Un carico insostenibile per il personale e un’utenza in aumento

Tra i 6.264 operatori nei Ser.D, gli infermieri costituiscono il 32,5%, seguiti da medici, psicologi e assistenti sociali.


La pressione sugli operatori aumenta ogni anno, con i pazienti che richiedono una gamma di prestazioni diversificate: 80,6% hanno ricevuto interventi medico-infermieristici, il 73% psicosociali, mentre il 55,7% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici. In media, ogni paziente ottiene 18 prestazioni sanitarie, 177 farmacologiche e 12 psicosociali all’anno.


L’aumento delle dipendenze e le sfide demografiche

Tra gli utenti in trattamento per dipendenze, il 60,2% ha come sostanza primaria di abuso gli oppiacei, con l’eroina al primo posto.


Tuttavia, tra i nuovi utenti, la cocaina è salita al 44,6% come sostanza d’abuso primaria. Anche l’uso di cannabis è frequente, specialmente tra i nuovi pazienti (30,1%).


I dati mostrano una prevalenza maschile tra gli utenti (85%), per lo più di nazionalità italiana (90,9%), con età medie di 33,7 anni tra i nuovi utenti e di 43,8 anni tra quelli già in carico. La maggior parte dei pazienti presenta un livello di istruzione secondario (72,1%), mentre una significativa parte dell’utenza ha occupazioni stabili (31,5%).


Rischi sanitari e costi in aumento

Tra i pazienti in cura, il 7,1% ha almeno una patologia psichiatrica, tra cui disturbi della personalità, schizofrenia e depressione. Inoltre, i pazienti con uso iniettivo sono ad alto rischio di malattie infettive come HIV ed epatiti: solo il 26,1% è stato testato per HIV e il 23,7% per HCV nel 2023. Tra questi, le infezioni risultano elevate: il 4,8% è HIV positivo e il 40,3% HCV positivo.


Il costo complessivo dell’assistenza per le dipendenze, considerando sia il territorio che l’ospedale, ha raggiunto nel 2023 1,2 miliardi di euro, con un costo medio di 21,2 euro per residente.


Un vicolo cieco per la sanità italiana

Il crescente numero di dipendenze, unito alla diminuzione di personale, rappresenta un pericoloso vicolo cieco per la sanità italiana, già provata da altre criticità. Senza un intervento strutturale, il rischio è che il carico di lavoro aumenti fino al punto di rottura, con gravi conseguenze per i pazienti in cerca di supporto e per un personale sempre più sovraccarico.


REDAZIONE AISI

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