In Italia sono circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di avere il diabete nel 2022, ovvero il 6,6% della popolazione, e nel 2040 si potrebbe arrivare al 10%, se continuasse il trend osservato, combinato con il rilevante impatto della dinamica demografica dei prossimi vent'anni.
Ad avere il rischio più elevato di ammalarsi sono gli anziani (gli over74 hanno un rischio di quasi otto volte maggiore rispetto ai 45-54enni), i maschi (+40% di rischio rispetto alle donne) e i residenti nel Meridione (+50% rispetto ai residenti al Nord).
Sono alcuni dei dati dell'Italian Barometer Diabetes Report "Dati sul diabete in Italia, una fotografia su una pandemia complessa e in continua evoluzione", illustrati nel corso del 17° Italian Barometer Diabetes Summit 2024. L'evento è realizzato, su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini, in collaborazione con l'Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation), Istat, Università di Roma Tor Vergata Dipartimento Medicina dei Sistemi, Coresearch, Crea Sanità, Bhave, con il contributo non condizionato di Novo Nordisk.
Conta anche il livello di istruzione (più basso è, maggiore è il rischio) e il reddito. Infine, emerge la forte associazione con l'obesità, che raddoppia il rischio di diabete a parità di tutti gli altri fattori considerati, mentre la sedentarietà aumenta tale rischio di circa il 30%. il diabete a lungo andare si associa anche ad altre malattie: "la compresenza di altre malattie croniche colpisce oltre tre diabetici su quattro", spiega nell'introduzione dell'IBDO Report il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli.
«Delle quasi 4 milioni di persone con diabete, 2 su 3 hanno più di 65 anni. Parliamo di persone spesso fragili, che assumono quotidianamente diversi farmaci, il che rende più complesso il percorso assistenziale e terapeutico.
Possiamo e dobbiamo comunque ambire al buon controllo glicemico e dei diversi fattori di rischio cardiovascolare anche per queste persone per ridurre le complicanze e le ospedalizzazioni, personalizzando le cure», spiega Riccardo Candido, Presidente Amd Associazione Medici Diabetologi e Presidente FeSdi Federazione delle Società Diabetologiche Italiane.
REDAZIONE AISI
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