L'aggiornamento delle tariffe per la specialistica ambulatoriale suscita preoccupazioni tra gli operatori del settore privato accreditato, che denunciano il rischio di gravi ripercussioni economiche e occupazionali. UAP sul piede di guerra.
Denuncia del settore sanitario privato accreditato
Secondo l'Unione Ambulatori e Poliambulatori (Uap), i nuovi rimborsi stabiliti dal Ministero della Salute non rispettano le dinamiche del mercato e potrebbero compromettere la sostenibilità economica delle strutture sanitarie private accreditate, che occupano complessivamente oltre 350.000 lavoratori.
“Le tariffe approvate dal Ministero sono scollegate dalle reali esigenze economiche e operative, mettendo a rischio sia la qualità dell’assistenza sanitaria sia la sopravvivenza delle strutture stesse,” sottolinea l'Uap.
Tariffe ridotte e impatti sul sistema sanitario
Nonostante l’atteso aggiornamento delle tariffe dopo oltre 26 anni, molte di esse sono state ridotte fino al 60%, una decisione che l’Uap definisce “contraria a ogni logica economica e di buon senso.” Secondo l’associazione, l’inadeguatezza dei rimborsi minaccia di:
Ridurre la qualità dei servizi offerti ai cittadini;
Compromettere la riduzione delle liste d’attesa;
Aumentare la precarietà delle strutture accreditate, con ripercussioni occupazionali significative.
Una scelta che penalizza la salute pubblica
L'Uap sottolinea come la scelta del Ministero, apparentemente motivata dal contenimento della spesa pubblica, finisca per gravare direttamente sulla qualità delle cure erogate e sulla capacità del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini.
“La riduzione delle tariffe - precisa l'associazione - costringe molte strutture a rivedere i propri piani di gestione, con un effetto domino negativo sull’intero sistema sanitario.”
Appello per una revisione delle tariffe
L’Uap conclude lanciando un allarme: “I cittadini devono essere consapevoli che risparmi forzati come questi possono incidere profondamente sulla garanzia del diritto alla salute e sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale.”
REDAZIONE AISI
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