Il Daspo dalle cure per chi commette violenze contro i medici potrebbe essere incostituzionale. Le diverse misure proposte e come contrastare un fenomeno in crescita.
"Il Daspo dalle cure per chi commette violenze contro di noi? Non serve e credo che potrebbe essere anche incostituzionale, non si può far rinunciare all'assistenza sanitaria pubblica è contro ogni principio deontologico.
Il teaser o il porto d'armi? Mi fanno sorridere, mentre credo sia giusta la proposto dell'arresto in flagranza. Ma sono convinto che un punto sia quello delle maggiori tutele per i medici e gli infermieri.
L'aggressione violenta in ospedale a Foggia dimostra che poi questi colleghi rischiano di essere vittime di minacce pesanti e anche le loro famiglia. Non è accettabile".
Così all'Adnkronos Salute Fabio De Iaco, presidente della Simeu, la Società italiana medicina dell'emergenza urgenza, torna sulle proposte arrivate dalla politica e dal mondo della sanità per frenare l'escalation di violenze ai danni degli operatori sanitari.
La proposta del Daspo dalla cure arriva dal senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Lavoro e Sanità, che ha presentato un Ddl che prevede "la sospensione della gratuità di accesso alle cure programmate e di elezione per tre anni nei confronti di chi si rende protagonista di aggressioni al personale sanitario o di reati contro il patrimonio sanitario".
"Le ammende economiche previste dalla legge 113 del 2020 servono a poco e ne sono state registrate pochissime - continua - Si devono abbassare i toni e lavorare per sviluppare un nuovo modello di fiducia reciproca medico-paziente. Per farlo servono risorse sulla sanità pubblica che vanno spese meglio e ad oggi non le stiamo spendendo in modo corretto".
Di avviso opposto i medici di famiglia Fimmg, che per voce del segretario Silvestro Scotti promuovono l'ipotesi di un daspo per chi aggredisce gli operatori sanitari. Il disegno di legge presentato dal senatore Ignazio Zullo, "potrebbe incidere in modo significativo sul dilagante problema della violenza contro i medici, in particolare per le aggressioni minori, come minacce verbali e atteggiamenti distruttivi sulle cose", commenta il segretario della Fimmg.
É un'iniziativa, precisa Scotti, "forte nei contenuti e nella possibilità di limitare quell'atteggiamento violento già nelle fasi iniziali - rileva Scotti - Si tratta di un 'daspo', che non incide sul diritto alle cure" ma "che potrebbe avere un forte potere deterrente nei confronti di quanti ritengono di poter aggredire il personale sanitario nelle strutture e negli studi con atti di violenza verbale che sono la scintilla per episodi che poi evolvono fino a situazioni che possono costare la vita a chi li subisce o ai pazienti".
Il testo, in sintesi, "prosegue nel solco di un cambiamento normativo" già avviato con la procedibilità d'ufficio in caso di aggressioni ai danni di personale sanitario nell'esercizio delle proprie funzioni. Tuttavia, rileva Scotti, c'è bisogno anche di norme che prevedano il fermo immediato e l'arresto dei responsabili. Per arginare la deriva a cui si sta assistendo "andrebbe quindi arricchito, conclude il segretario Fimmg, "con il fermo e l'arresto immediato degli autori dei casi più gravi".
REDAZIONE AISI
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