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Case e ospedali di comunità per alleggerire gli ospedali. Medici di famiglia presenti 7 giorni su 7

Immagine del redattore: AISIAISI

Aggiornamento: 12 gen

"Le strutture sanitarie territoriali sono un pilastro fondamentale del nostro sistema. I cittadini troveranno nelle case di comunità il supporto necessario per affrontare problemi di salute che non richiedono l’ospedale. Gli ospedali di comunità, invece, accoglieranno i pazienti dimessi ma non pronti per rientrare a casa".

Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ribadendo l’obiettivo di ridurre la pressione sugli ospedali tradizionali.

Il ministro ha evidenziato anche il ruolo centrale della digitalizzazione, che consentirà un’interazione più fluida tra sanità ospedaliera e territoriale. "Grazie alla digitalizzazione, le strutture dialogheranno meglio tra loro, integrando i due livelli di assistenza in modo più efficace", ha sottolineato.


Medici di famiglia nelle case di comunità

Schillaci ha inoltre affrontato il tema della presenza dei medici di famiglia nelle case di comunità, suggerendo una possibile evoluzione del loro ruolo. "Stiamo lavorando per garantire una presenza costante dei medici di famiglia nelle case di comunità, così da offrire assistenza continua almeno nelle ore diurne, sette giorni su sette. Contestualmente, vogliamo rivalutare la loro formazione, introducendo un percorso di specializzazione universitaria in linea con gli standard europei".


Il ministro ha rassicurato che il rapporto fiduciario tra medico e paziente rimarrà invariato. "Il cittadino continuerà a fidarsi del proprio medico, ma potrà contare su una presenza integrativa nelle case di comunità, dove altri medici, grazie al Fascicolo sanitario elettronico, avranno accesso alle informazioni necessarie per una presa in carico adeguata". Questa riforma mira anche a contrastare l’utilizzo improprio dei pronto soccorso, considerati spesso l’unica risposta ai bisogni di salute non urgenti.


Monitoraggio delle liste d’attesa

Sul fronte delle liste d’attesa, Schillaci ha assicurato che il ministero sta lavorando con determinazione. "Abbiamo rispettato le scadenze previste, trasmettendo tre decreti alla Conferenza Stato-Regioni. Due saranno esaminati entro fine mese, mentre un altro non richiede ulteriori passaggi. Gli ultimi due sono ormai in fase conclusiva", ha spiegato il ministro.


Infine, ha anticipato l’attivazione imminente di una piattaforma di monitoraggio che consentirà di analizzare con precisione i tempi di attesa per visite ed esami a livello di ogni singola Asl. "Grazie a questo strumento, sarà possibile identificare le criticità e iniziare a intervenire concretamente. Mi aspetto i primi risultati già nel breve periodo", ha concluso Schillaci.


REDAZIONE AISI

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