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Carenza di personale. Sumai Assoprof: “Per affrontarla bisogna superare le disparità nel Ssn”

Immagine del redattore: AISIAISI

Il sindacato troppo spesso le misure pensate per rendere attrattivo il sistema non sono strutturali e permanenti, “anzi alcune prevedono addirittura disparità tra medici dipendenti e medici convenzionati che spesso lavorano tutti i giorni, fianco a fianco in contesti critici”. Una disuguaglianza che “solleva gravi questioni etiche e minaccia l'efficienza del sistema sanitario, compromettendo la coesione dei team di cura”.

Risolvere la carenza di personale sanitario nel Servizio Sanitario Nazionale italiano è una sfida importante che incide profondamente sull’efficienza e l’efficacia del sistema di cura. Molti medici e infermieri italiani infatti optano per lavorare all’estero, dove trovano migliori condizioni di lavoro, retribuzioni più elevate e opportunità di carriera più favorevoli. Ciò sta privando il Ssn di risorse umane qualificate. Tutto questo quando la maggior parte del personale sanitario, visto il blocco del turnover nel passato e la poca attrattività del SSN nel presente, è ormai vicina all'età pensionabile, facendo così mancare un adeguato ricambio generazionale necessario per addestrare prima e sostituire dopo coloro che lasciano il servizio. L’analisi arriva dal Sumai Assoprof che osserva come questa situazione sia alimentata anche dalle diverse regole di ingaggio tra i professionisti. “Il ricorso a contratti a tempo determinato, ad un precariato decennale e alla mancanza di incentivi adeguati a lavorare in aree meno attraenti o in specializzazioni con maggiore carenza riducono l'attrattiva della carriera nel SSN”.


Tuttavia, per affrontare queste criticità, osserva il sindacato, “invece di varare misure strutturali e permanenti, assolutamente necessarie come miglioramenti nelle condizioni di lavoro e di retribuzione, in passato ma anche nel presente, si propongono solo incentivi per attrarre e trattenere personale in aree e specializzazioni carenti, strategie ovviamente non sufficienti per ridurre l’emigrazione dei professionisti sanitari”. A queste proposte incentivanti “si aggiungono, purtroppo, anche disparità tra i medici dipendenti e i medici convenzionati del Servizio sanitario nazionale, che spesso lavorano tutti i giorni, fianco a fianco, nei contesti critici come pronto soccorso, ospedali e ambulatori pubblici”.



Disparità talmente lampanti, per il Sumai, che “rappresentano una questione urgente e troppo a lungo trascurata dai policymaker e dalle autorità sanitarie italiane nonostante l’impegno del SUMAI Assoprof con i suoi numerosi emendamenti proposti allo scopo anche se in parte ignorati, non si sa se per volontà politica o per pura distrazione, ma a quest’ultima cominciamo a crederci sempre meno”.



“Nonostante la fondamentale importanza del loro lavoro – argomenta ancora il sindacato - i medici convenzionati soprattutto quelli della specialistica ambulatoriale continuano ad affrontare condizioni economiche e di lavoro sperequative rispetto ai loro colleghi dipendenti, i quali invece beneficiano di maggiori attenzioni ed incentivi da parte del governo, incentivi che vengono invece negati ai convenzionati come, ad esempio, la defiscalizzazione delle ore aggiuntive, l’aumento economico solo del premio di esclusività per i dipendenti e non per gli specialisti convenzionati nell’analoga indennità di disponibilità ed altro ancora ma sempre solo per i dipendenti e mai per i convenzionati”.



“Questa disuguaglianza – prosegue il Sumai - ha sollevato e solleva gravi questioni etiche e minaccia l'efficienza del sistema sanitario, compromettendo la coesione dei team di cura composti da dipendenti e convenzionati, influenzando negativamente la funzionalità degli stessi. Il dibattito politico, spesso concentrato su riforme di ampio respiro e questioni di bilancio, tende a ignorare le esigenze quotidiane di questi professionisti, mettendo sempre più a rischio l'attrattività del settore per nuovi talenti e la stessa stabilità dell'assistenza sanitaria compromettendo il naturale filtro specialistico territoriale per l’ospedale ed il Pronto Soccorso”.



“Per risolvere efficacemente questa problematica– secondo il Sumai -, è fondamentale evitare, d’ora in poi, discriminazioni tra medici dipendenti e convenzionati proponendo norme che siano inclusive di tutte le parti interessate, sia dei medici convenzionati, sia dei medici dipendenti, adottando misure concrete che garantiscano condizioni di lavoro eque e pari opportunità di premi retributivi, di formazione continua e di crescita professionale, anche di carriera. Pertanto una maggiore trasparenza nelle politiche di retribuzione, senza creare come purtroppo è spesso accaduto in questi anni discriminazione tra medici con rapporti giuridici differenti e che lavorano insieme fianco a fianco, potrebbe ridurre significativamente le disparità esistenti, rafforzando il sistema sanitario nazionale”.



“La salute della nostra nazione – prosegue la nota sindacale - dipende dalla competenza e dal benessere di tutti i suoi medici; non possiamo permetterci di ignorare di utilizzare le risorse economiche in modo strutturale e definitivo invece di affidarsi a personale temporaneo e gettonisti. I fondi verrebbero così utilizzati per migliorare la retribuzione dei medici strutturati e convenzionati. Tale cambiamento potrebbe aumentare la competitività del Ssn rispetto al settore privato e attrarre nuovamente i professionisti sanitari del nostro Paese altrimenti costretti a cercare opportunità all’estero”.



Un altro aspetto fondamentale, secondo il Sumai, riguarda “gli investimenti a lungo termine nel sistema. Invece di interventi finanziari sporadici prevedere di stabilire un flusso costante di investimenti, anche dopo il PNRR, per aggiornare le infrastrutture, acquistare ed aggiornare la tecnologia all'avanguardia oggi garantita dal PNRR. Questo non solo manterrà la certezza della qualità delle condizioni di lavoro dei medici, ma eleverà anche l’efficienza dell’assistenza e delle cure fornite ai pazienti”.



Inoltre, “una volta per tutte andrebbe rimossa l’incompatibilità che attualmente impedisce ai medici, dopo aver onorato l’impegno orario nel SSN, di assumere anche ulteriori incarichi, sia nel pubblico che nel privato. Tale modifica normativa, da applicare solo se si rinuncia alla quota di esclusività, potrebbe ampliare l'accesso alle cure per i pazienti e permettere ai medici di esercitare la loro professione in modo più flessibile e gratificante”.



Per il Sumai “un punto cruciale è la lotta contro gli sprechi e la corruzione, che da anni drenano risorse preziose dal sistema sanitario. Introducendo controlli più rigorosi e processi di appalto più trasparenti, il governo potrà recuperare fondi che potranno essere reinvestiti direttamente nella cura dei pazienti e nel miglioramento del sistema”.



Infine, “prevedere un sistema di incentivi specifici per attirare i medici nelle aree geografiche meno servite e nelle specializzazioni che soffrono di carenza di personale. Questi incentivi, che potrebbero includere bonus, sgravi fiscali e opportunità di avanzamento professionale, per tutti i medici indipendentemente dal loro rapporto giuridico – dipendente o convenzionato - mirano a garantire che tutti i cittadini italiani possano avere accesso a cure mediche di qualità, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica”.



“Queste piccole ma sostanziali riforme –conclude il Sumai - rappresenterebbero un passo avanti significativo nella risoluzione di alcuni dei problemi più pressanti del SSN e potrebbero trasformare in modo sostanziale il panorama della sanità in Italia, migliorando sia l'efficienza del sistema che la soddisfazione sia dei pazienti che dei professionisti sanitari salvando il nostro SSN”.


REDAZIONE AISI

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