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Cannabidiolo, il Tar Lazio (ri)sospende il Dm della Salute che lo inserisce tra le sostanze stupefacenti

Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministero della Salute (Dm del 27 giugno scorso) che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanza stupefacenti.

I giudici amministrativi hanno accolto quindi il ricorso dell’Ici, Imprenditori Canapa Italia, fissando un’udienza di merito il 16 dicembre. Il provvedimento del ministro Schillaci vietava la vendita dell’estratto della cannabis nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai, limitandola alle farmacie e solo con ricetta non ripetibile.


«Siamo molto soddisfatti di questa nuova sospensione cautelare del decreto, che ancora una volta ci permette di tutelare e proteggere al meglio l’intero settore della canapa industriale - ha dichiarato il presidente di Imprenditori Canapa Italia (Ici), Raffaele Desiante -.


È la seconda volta che riusciamo a ottenere la sospensione della decisione del ministero di inserire il Cbd nella tabella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, dimostrando l’infondatezza delle sue basi. Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile per gli imprenditori della canapa in Italia».


Nell’ambito del giudizio - sottolineano da Ici - anche la relazione tecnica a firma del Professor Costantino Ciallella (già Direttore dell’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma) ha dimostrato come il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l’inclusione tra le sostanze stupefacenti.

Plauso anche dall’Associazione Luca Coscioni: «Nel mese di luglio l’Associazione aveva richiesto e ottenuto dal ministero della Salute gli atti istruttori predisposti anche dall’Istituto superiore della Sanità a sostegno della decisione del ministro Schillaci di insistere, come già preparato dal suo predecessore Roberto Speranza, con la tabellazione delle composizioni orali contenenti Cbd naturale rendendole disponibili solo previa ricetta medica - ha dichiarato Marco Perduca, già senatore e presidente del Referendum Cannabis e che aveva coordinato quella richiesta -.


Dai documenti ottenuti, che abbiamo pubblicato su AssociazioneLucaCoscioni.it non emergeva alcun elemento che potesse giustificare quella decisione, ma il ministro ha pensato di procedere con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale senza aspettare l’udienza già fissata dal TAR del Lazio per metà settembre». Poi la chiosa: «Per quanto tempo e risorse saranno ancora sprecate dal Governo per una decisione non solo antiscientifica ma non in linea con le convenzioni Onu, che non classificano il Cbd tra le sostanze stupefacenti, né col diritto europeo che impedisce restrizioni commerciali a beni legalmente prodotti e distribuiti da altri stati appartenenti al mercato unico?».


REDAZIONE AISI

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