L’influenza aviaria torna a preoccupare con nuovi casi registrati in diverse parti del mondo. A Verona, un focolaio ha colpito un allevamento di 800.000 galline ovaiole, segnando il primato del Veneto per numero di episodi in Italia.

In Cambogia, un uomo di 28 anni è morto dopo aver contratto il virus A/H5N1, probabilmente trasmesso da pollame infetto.
Negli Stati Uniti, il primo caso in un allevamento di pollame nello Stato della Georgia aggiunge nuove preoccupazioni a un’epidemia che dal 2022 ha già coinvolto milioni di volatili.
La diffusione dell’aviaria, con casi rilevati in Europa, Asia e Nord America, evidenzia la necessità di un coordinamento internazionale per contenere l’epidemia.
La situazione in Italia
A Vigasio, nel Basso Veronese, il nuovo focolaio registrato porta a 53 il totale dei casi di influenza aviaria in Italia, con il Veneto (24 casi) che supera la Lombardia (23). La scoperta ha avuto un forte impatto economico, considerando le misure di contenimento che includono l’abbattimento di milioni di capi e il blocco delle attività nelle cosiddette Zur (Zone di ulteriore restrizione).
Durante un incontro a Padova con oltre 250 allevatori, organizzato da Confagricoltura Veneto, Calogero Terregino dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha tracciato il quadro della situazione.
"Il virus si sta adattando a nuove specie e ambienti, colpendo anche uccelli migratori come ibis e aironi. Questo ci spinge a ripensare le misure di biosicurezza e valutare l’introduzione di vaccini, attualmente in sperimentazione tra Italia e Olanda", ha spiegato Terregino.
Un’emergenza sanitaria globale
In Cambogia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha segnalato il decesso di un uomo di 28 anni, contagiato dal virus A/H5N1 mentre lavorava in un allevamento infetto. I sintomi sono comparsi all’inizio di gennaio, ma il peggioramento rapido ha portato al decesso il 10 gennaio. Questo caso si aggiunge a un bilancio drammatico: dal 2023 al 2024, l’Oms ha registrato 954 infezioni umane in 24 Paesi, di cui 464 fatali.
Cresce la preoccupazione anche negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Agricoltura della Georgia ha confermato il primo caso di aviaria in un allevamento commerciale nello stato, situato nella contea di Elbert. L’epidemia, iniziata nel 2022, ha già coinvolto quasi 650 allevamenti e circa 130 milioni di volatili.
La Georgia, principale produttore di pollame del Paese, ha immediatamente imposto misure di quarantena su un raggio di 10 chilometri e vietato fiere avicole. "Si tratta di una minaccia seria per la nostra industria e per i mezzi di sussistenza di migliaia di lavoratori", ha dichiarato il commissario agricolo Tyler Harper. Cresce l'attenzione anche per gli animali da compagnia, specie gatti e cani.
La Food and Drug Administration ha invitato i produttori di alimenti per cani e gatti, che utilizzano materie prime crude o non pastorizzate derivate da pollame o bovini, a rinnovare i piani di sicurezza alimentare inserendo controlli indirizzati specificamente al virus dell'influenza aviaria, considerato ormai un "pericolo noto o ragionevolmente prevedibile".
Nei giorni scorsi, poi, i Centers for Disease Control and Prevention hanno chiesto ai medici e ai laboratori di sottoporre a test i pazienti con sospetta influenza, accelerando gli approfondimenti diagnostici in caso di campioni positivi a virus di tipo A per verificare la presenza dell'agente dell'aviaria H5N1.
Un processo che dovrebbe essere ancora più veloce e rigoroso in caso di pazienti ricoverati. Proprio dai test per l'influenza nella scorsa settimana è emerso un nuovo caso di aviaria in un bambino in California, che porta a 38 la conta dei contagi nello stato e a 67 quelli nazionali.
REDAZIONE AISI
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