La Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge che estende l’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora, presentata dal Partito Democratico, a firma di Marco Furfaro.
La Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge che estende l’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora, presentata dal Partito Democratico, a firma di Marco Furfaro. Si tratta, senza esagerare, di un provvedimento di grande importanza, che colma una lacuna che escludeva migliaia di cittadini — tra i più fragili e bisognosi della comunità — da uno dei diritti fondamentali, quello alla salute.
Concretamente si tratta di una sperimentazione che durerà per due anni, dal 2025 al 2026, e coinvolgerà al momento 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Il budget stanziato è di 2 milioni di euro, volti a coprire oltre il 60 per cento delle persone senza dimora presenti nel nostro paese. Un buon inizio per un tema grave e importante finora mai affrontato concretamente.
Il diritto alla salute ora negato
Al momento, un senza fissa dimora in Italia, a causa della mancanza di residenza anagrafica, è escluso dal Servizio sanitario nazionale. Questo significa che chi sta male, può solo rivolgersi al Pronto soccorso che non può negare le cure. Ma sappiamo bene quale sia la situazione dei Pronto soccorso nel nostro paese. E inoltre: dove reperire le medicine in modo gratuito? Dove fare esami e visite di controllo? Chi vive per strada, per i più svariati motivi, adesso ha un’unica soluzione.
Gli Enti del terzo Settore (Ets, così si chiamano ora le onlus) che offrono gratuitamente farmaci e visite nei loro ambulatori cittadini o mobili.
L’offerta è però ampiamente al di sotto della richiesta. Dunque, è di fondamentale importanza restituire il diritto alla salute a decine di migliaia di persone senza dimora, se ne contano oltre 96mila, di cui il 62 per cento di nazionalità italiana. Va detto che queste cifre sono assolutamente indicative e non fotografano la reale popolazione di persone in strada: è infatti difficile censirle con precisione e, per quanti sforzi facciano le amministrazioni comunali — per esempio Milano ha recentemente organizzato un censimento “Raccontami” dei senza dimora con anche l’aiuto di numerosi volontari — è utopistico conoscerne il numero esatto. Nel capoluogo lombardo, grazie a questo progetto, ne sono stati rilevati 2.343.
REDAZIONE AISI
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