La malattia dell'Alzheimer rappresenta una sfida sanitaria e sociale globale crescente, aggravata dall’invecchiamento della popolazione mondiale.
L'evento del 8 ottobre 2023 ad Ancona, parallelo al G7 Salute, ha posto particolare attenzione alla necessità di una collaborazione globale per affrontare il problema della demenza e dell'invecchiamento cerebrale.
Numerosi esperti internazionali hanno condiviso dati allarmanti: 55 milioni di persone sono affette da Alzheimer a livello globale, e si prevede che questo numero potrebbe raggiungere i 500 milioni entro il 2050.
L’impatto economico della malattia è altrettanto devastante, con una spesa globale di 15.000 miliardi di dollari nell'ultimo decennio.
Una delle criticità principali discusse riguarda la disparità nell’accesso alle nuove terapie. Nonostante negli ultimi anni siano stati sviluppati trattamenti capaci di rallentare il declino cognitivo, questi sono attualmente disponibili solo in alcune nazioni come Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, ma non in Europa, a causa della mancata approvazione da parte dell'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali).
Questo squilibrio è stato evidenziato come una delle grandi sfide globali, insieme alla necessità di un maggiore investimento in diagnosi precoce e preparazione dei sistemi sanitari.
In Italia, la situazione riflette molte delle problematiche globali. Il sistema sanitario nazionale (SSN) non è ancora adeguatamente preparato per gestire l’arrivo di queste nuove terapie, e la disparità regionale aggrava ulteriormente la situazione.
Le famiglie, che spesso assumono il carico principale della cura, sostengono oltre l’80% del costo della malattia, con i caregiver (spesso donne tra i 50 e i 60 anni) che subiscono conseguenze significative sulla loro vita lavorativa e personale.
L'evento ha lanciato un appello affinché le nazioni del G7 si impegnino in azioni concrete per migliorare l’equità di accesso alle cure, potenziare i centri per i disturbi cognitivi, sostenere i caregiver e promuovere la sensibilizzazione pubblica sui segnali precoci della demenza e la "salute del cervello".
La ricerca ha già fatto importanti progressi, ma resta molto da fare affinché queste scoperte siano accessibili e utili a tutti, oggi e in futuro.
REDAZIONE AISI
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